Riduzione della pensione di reversibilità: il motivo che trascuriamo tutti e rende impossibile rimediare

Immagina di aver finalmente sistemato tutto, di aver raggiunto la sicurezza finanziaria per te e i tuoi cari grazie alla pensione di reversibilità. E poi, un giorno, ricevi una notifica che ti informa di un taglio dell’importo che tanto attendevi. Un taglio che può arrivare fino al 50%! Come è possibile? Eppure, ci sono situazioni in cui basta un dettaglio per vedersi ridurre drasticamente questo sostegno. Vediamo insieme come funziona la pensione di reversibilità, cosa considerare e, soprattutto, come evitare brutte sorprese.

Conti pensione
Riduzione della pensione di reversibilità: il motivo a cui non si pensa e poi è troppo tardi per rimediare – Free.it

Cos’è la Pensione di Reversibilità?

Partiamo dalle basi. La pensione di reversibilità è una prestazione economica erogata dall’INPS ai familiari superstiti di un pensionato o lavoratore deceduto. In sostanza, garantisce un sostegno finanziario a chi rimane, solitamente il coniuge o i figli, assicurando che una parte della pensione maturata dal defunto continui ad essere percepita dalla famiglia.

Ma c’è un dettaglio importante: l’importo della pensione di reversibilità non è sempre uguale per tutti. Dipende, infatti, da quanto contributo è stato versato dal coniuge deceduto durante la sua vita lavorativa e dalla situazione familiare del superstite. E non finisce qui: in alcuni casi, l’INPS può applicare dei tagli alla pensione di reversibilità, specialmente quando il beneficiario percepisce altri redditi.

Perché Alcuni Beneficiari Vedono un Taglio?

È qui che entriamo nella zona più insidiosa del discorso. Se il beneficiario della pensione di reversibilità percepisce un reddito personale oltre una certa soglia, l’INPS applica una riduzione all’importo della pensione. Questa soglia varia e dipende dalla situazione reddituale specifica del beneficiario. Ecco le cifre:

  • Fino a un reddito annuo di 23.345,79 euro, la pensione di reversibilità non subisce tagli.
  • Con un reddito tra 23.345,79 e 31.127,72 euro, la pensione si riduce del 25%.
  • Da 31.127,72 a 38.909,65 euro, l’importo si riduce del 40%.
  • Oltre i 38.909,65 euro annui, il taglio arriva al 50%.

Questi limiti rappresentano delle vere e proprie soglie di rischio per chi beneficia della reversibilità. Superarle significa vedere una buona parte del sussidio scomparire.

Attenzione al Regime Forfettario

Un altro punto di cui molti non sono a conoscenza riguarda chi ha una partita IVA in regime forfettario. Molti beneficiari della reversibilità credono di poter tranquillamente continuare a lavorare come liberi professionisti, ma è qui che arriva la sorpresa. Il regime forfettario, infatti, permette di beneficiare di una tassazione agevolata solo se i redditi da pensione e da lavoro dipendente non superano i 30.000 euro annui.

Se il beneficiario della reversibilità ha un reddito complessivo oltre tale limite, oltre a perdere il diritto al regime forfettario, vedrà ridotta anche la pensione di reversibilità. È un meccanismo di doppia penalizzazione che spesso prende in contropiede chi non è a conoscenza di queste normative. Secondo la Legge 190/2014, infatti, la compatibilità tra pensione di reversibilità e regime forfettario decade se il reddito complessivo supera la soglia prevista.

Come Gestire la Situazione?

Per evitare brutte sorprese, la prima cosa da fare è conoscere il proprio reddito e valutare in anticipo come questo possa influenzare la reversibilità. Ecco alcuni consigli pratici per affrontare questa situazione:

  1. Monitora il tuo reddito annuo: Se ti trovi vicino alla soglia critica di 23.345,79 euro o superiore, considera di ridurre eventuali attività lavorative extra che potrebbero far salire il tuo reddito complessivo.
  2. Valuta il regime fiscale: Se sei in regime forfettario, ricordati del limite di 30.000 euro, oltre il quale il regime agevolato decade e potrebbe avere ripercussioni sulla pensione.
  3. Consulta un esperto: Affidarsi a un commercialista o a un esperto previdenziale può fare la differenza. Un professionista è in grado di spiegarti quali saranno gli effetti dei tuoi redditi sulla pensione e aiutarti a trovare soluzioni su misura.

Non solo Redditi da Lavoro

È importante notare che l’INPS considera anche i redditi da altre prestazioni previdenziali. Questo significa che, ad esempio, se percepisci già una pensione o un’indennità aggiuntiva, questa viene conteggiata nel reddito complessivo. È un aspetto poco conosciuto ma rilevante, soprattutto per chi beneficia di sussidi particolari, bonus pensionistici o rendite. Anche questi contribuiscono a superare la soglia critica, mettendo a rischio l’importo della reversibilità.

Cosa Fare per Evitare Riduazioni Drastiche?

È normale voler continuare a lavorare anche dopo il pensionamento del partner, o desiderare di aumentare il reddito con attività extra, ma è sempre meglio valutare l’impatto sul beneficio pensionistico. Informarsi, pianificare e consultare un professionista in materia fiscale e previdenziale sono azioni fondamentali per non incorrere in riduzioni inattese.

La Pensione di Reversibilità: Un Bene Prezioso da Proteggere

La pensione di reversibilità rappresenta un aiuto prezioso per chi perde una persona cara. Tuttavia, questo sostegno rischia di essere ridimensionato o, in alcuni casi, penalizzato da altre fonti di reddito, che spesso sfuggono all’attenzione del beneficiario fino a quando non è troppo tardi. Riconoscere l’importanza di questi dettagli permette di gestire meglio le proprie finanze e di proteggere il valore di un aiuto prezioso per sé e per la famiglia.

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