La tragedia avvenuta a Mestre ha provocato la morte dei turisti e del conducente Alberto Rizzotto: l’uomo era vivo al momento del volo dal viadotto. Gli altri risultati emersi dalle indagini.
Alberto Rizzotto è l’autista del bus de La Linea che è precipitato lo scorso 3 ottobre da un cavalcavia a Mestre. Al momento della tragedia – ovvero quando il mezzo è precipitato – l’uomo era ancora vivo. Questo è quanto emerge dai primi risultati degli esami autoptici, così come spiegato dall’avvocato Francesco Stilo.
Non sono esclusi nuovi accertamenti dopo le prime analisi da parte del medico legale Guido Viel che si è occupato dell’autopsia. La complessa indagine arriva dopo la tragedia in cui sono morte 21 persone, ferite invece altre 15 che si trovavano sempre a bordo del bus elettrico precipitato da un viadotto.
Le novità emerse dalle indagini
Un archivio dati cloud, gestito da Amazon, potrebbe essere fondamentale per estrarre e acquisire i filmati che ritraggono i momenti dell’incidente. Ancora da chiarire come il perito dovrà operare sui video registrati dal sistema di telecamere presente a bordo dell’autobus elettrico Yutong.
Nel frattempo è stata eseguita la copia forense del cellulare di Rizzotto con l’obiettivo di verificare se l’uomo avesse utilizzato lo smartphone al momento dell’incidente. Ogni mezzo è dotato di quattro telecamere che permettono di seguire le manovre di guida: tre sono interne e una quarta punta verso l’esterno. L’intenzione è quella di recuperare i video, sperando che possano aiutare le indagini con dettagli utili.
Per il prossimo giovedì 9 novembre è previsto il secondo sopralluogo del cavalcavia che si terrà intorno a partire dalle ore 13. A farlo sarà Placido Migliorino che si è occupato del crollo del ponte Morandi a Genova. L’ingegnere ha chiesto 120 giorni per dare il responso sulle condizioni del tratto che collega Mestre a Marghera.
Il commento della famiglia del conducente
Disposta intanto una nuova perizia sul posto con il Comune che ha emesso una ordinanza il cui divieto è quello di transito sul viadotto proprio per il tempo necessario delle verifiche da parte del perito.
La famiglia di Rizzotto e il suo avvocato hanno smentito qualsiasi tipo di problemi al cuore da parte del conducente del mezzo. Il sospetto di patologie cardiache e di alcuni screening medici, in seguito ad un malore, è stato smentito dalla stessa famiglia di Alberto Rizzotto.
“Prima della tragedia nessun accesso ospedaliero era stato necessario a causa di ipotetici problemi cardiovascolari. Alberto è stato in ospedale nel giugno scorso per motivi che restano riservati ma che nulla hanno a che fare con problemi al cuore e, negli anni precedenti, gli ingressi ospedalieri erano avvenuti per motivi di routine, o per controlli legati alla sua professione“, spiega il legale.
L’esito degli accertamenti è stato in ogni caso consegnato agli inquirenti. La documentazione sanitaria è quindi a disposizione della Procura di Mestre e fa parte del materiale autoptico che entrerà a pieno regime anche nei nuovi esami di accertamento al cuore dell’uomo. “Tutta la documentazione sanitaria è a disposizione della procura e fa parte del materiale dell’autopsia che entrerà anche nel nuovo esame al cuore“, conclude l’avvocato Stilo.