Hamas e Israele continuano a darsi battaglia nella Striscia di Gaza: intanto le minacce degli altri Paesi preoccupano e non poco. Cosa ha ribadito l’Iran.
Non si placa da oltre un mese la guerra scoppiata all’interno della Striscia di Gaza in seguito all’attacco di Hamas contro civili israeliani e di altre nazionalità. Intanto il portavoce dell’esercito Jonathan Cornicus ha ribadito che “i leader di Hamas sono morti che camminano. L’indicazione è sicuramente quella di uccidere o catturare tutti i leader di Hamas“, ha detto a Sky News.
Non mancano in ogni caso le minacce poco velate da parte di Nasser Kanani, portavoce del ministero degli Esteri, rivolte direttamente ad Israele. “Se i crimini del regime sionista contro Gaza continuano, la dimensione del conflitto e della guerra nella regione si espanderà“, spiega.
Ipotesi sanzioni, di cosa si tratta
Intanto è ufficiale l’uccisione di Mohsen Abu Zina, capo della produzione di armi di Hamas, così come riportato dal portavoce militare e confermato anche dall’account social dell’Israel War Room. L’esercito lo ha ucciso nella notte appena trascorsa tramite un attacco aereo.
“Si tratta di uno dei principali sviluppatori di armi di Hamas ed era un esperto nello sviluppo di armi strategiche e razzi utilizzati dai terroristi“. Confermato anche l’eliminazione di una “cellula terroristica che progettava di lanciare missili anti tank contro i soldati“.
#BREAKING: An IDF fighter jet eliminated senior terrorist Mohsen Abu Zina, who played a central role in manufacturing Hamas’s weapons. Abu Zina served as one of Hamas’ leading weapons developers and was an expert in developing strategic weapons and rockets used by Hamas… pic.twitter.com/S22jiHZNYW
— Israel War Room (@IsraelWarRoom) November 8, 2023
Israele ha comunque confermato l’identificazione di 843 persone uccise lo scorso 7 ottobre durante l’attacco di Hamas nei kibbutz di frontiera. A confermarlo è la polizia che ha diffuso il numero esatto delle vittime fin qui accertate. Intanto proprio dal G7 arriva la proposta per negare i fondi ad Hamas e farlo con sanzioni ben precise.
In una dichiarazione congiunta, al termine della riunione dei ministri degli Esteri a Tokyo, si evince la ferma intenzione di condannare quanto sta accadendo. “I membri del G7, insieme ai partner della regione, stanno lavorando intensamente per evitare che il conflitto si inasprisca ulteriormente e si diffonda più ampiamente. Stiamo anche lavorando insieme, anche imponendo sanzioni o altre misure, per negare ad Hamas la capacità di raccogliere e utilizzare fondi per compiere atrocità“, si legge nella nota.
Tensioni Usa-Israele, cosa ne sarà di Gaza?
Il conflitto è iniziato da un mese e adesso Israele sarebbe giunto proprio nel centro di Gaza. Intanto, però, cresce la tensione fra Netanyahu e gli Stati Uniti, principale alleato di Israele, proprio per comprendere cosa accadrà una volta che la guerra si sarà conclusa. Il premier israeliano ha parlato di controllo senza limiti di tempo, la Casa Bianca ha ribadito invece come la terra sia della Palestina e come tale dovrà rimanere.
Al termine di alcuni momenti di tensione è giunta da parte d’Israele una precisazione, ribadendo che non ci sarà alcuna nuova occupazione. L’obiettivo resta quello di garantire la smilitarizzazione della Striscia, con le forze armate israeliane che potrebbe entrare in azione, ma soltanto in caso di minacce terroristiche.
Il conflitto è iniziato da oltre un mese, ma gli spiragli di una pace sono ancora ben distanti. Nessuna possibilità di governare la zona, al contempo nessuna cessione sul fronte degli attacchi: escluso il cessate il fuoco o consegna del carburante fino a quando non saranno rilasciati i 241 ostaggi.