Il Parco dello Stelvio ha dato il via libera all’abbattimento dei cervi. Monta la protesta degli ambientalisti.
Sono racchiusi fra Trentino Alto-Adige e Lombardia i cervi a cui si dovrebbe dare la caccia. A deciderlo è stato il Parco dello Stelvio in seguito alla decisione della Giunta di Trento approvata a novembre 2022. La decisione è diventata ufficiale a partire da mercoledì 8 novembre 2023.
La decisione si chiama Progetto cervo (risale al 2008) e nella delibera si prevedono “due anni di prelievo in controllo sperimentale di circa 180 cervi e un successivo triennio di prelievo in controllo a fini riduttivi di circa 400 cervi all’anno, secondo i dati verificati con i censimenti primaverili 2022“.
La scelta del Parco dello Stelvio
La delibera è stata inevitabilmente criticata dalle associazioni animaliste e prevede l’abbattimento all’interno di un’area protetta. Le motivazioni sarebbero additate a “danni alla rinnovazione forestale e ai prati a sfalcio, interazioni competitive con capriolo e camoscio (con la popolazione dimezzata in vent’anni), impatti su abbondanza e ricchezza del sottobosco, impatti indiretti sui galliformi“, si legge.
La scelta è giunta dopo la stima della popolazione che sarebbe di circa 3mila cervi, di cui quasi 1.900 all’interno del Parco: si tratta del 65% della popolazione. Grazie al piano proposto nel 2008 è prevista la realizzazione dei prelievi di controllo proprio all’interno dell’area protetta, così da “ridurre gli squilibri ecologici attraverso la riduzione della consistenza della popolazione di cervo“.
Il piano di abbattimenti è partito da mercoledì 8 novembre 2023 e si protrarrà fino al prossimo 23 dicembre. Si cacceranno i cervi nei giorni martedì, giovedì e sabato. Saranno in questo caso definite le aree di controllo in corrispondenza delle zone di svernamento dei cervi. L’invito del Parco è rivolto a visitatori ed escursionisti: in quei giorni bisognerà evitare l’attività in prossimità delle aree delimitate dai cartelli informativi.
La rabbia degli ambientalisti e le scelte del Parco
L’Ente nazionale protezione animali ha intanto comunicato la loro ferma contrarietà alla scelta di abbattimento degli animali. Enpa ha ribadito che questa scelta di abbattere gli animali è stata “riesumata scorso 13 ottobre – in piena campagna elettorale per il rinnovo della Provincia“. Una motivazione che di certo ha fatto infuriare chi da anni si batte per i diritti degli animali.
“Si tratta di una integrazione che, oltre a prevedere consistenti rimborsi per i cacciatori che uccidono gli ungulati, fissa addirittura un prezzo per l’acquisto della loro carne (3,5 euro al chilo). Ovviamente, sempre a beneficio delle doppiette“, si legge.
Mattanza di cervi nel parco naturale: “Cacciatori liberi di sparare a centinaia di animali” https://t.co/UK75iTAJMx – ENPA contro questa decisione presa in occasione delle elezioni Provinciali. Ennesimo favore ai cacciatori. Addirittura prevista la vendita della carne…
— Enpa Odv (@enpaonlus) November 7, 2023
Secondo la delibera indetta, di conseguenza, i cervi abbattuti potranno essere acquistati anche dai privati. Quelli non venduti, invece, potranno essere ceduti ad altri enti pubblici, associazioni senza scopo di lucro e organizzazioni di volontariato.
All’interno della delibera sono state fissate le tariffe per ogni cacciatore che riceverà rimborso chilometrico e diritto di prelazione su 2/3 degli animali abbattuti. Il prezzo partirà da 3,50 euro al chilo, con tanto di sconto per chi avrà effettuato prelievo di organi che serviranno al campionamento biometrico all’interno del parco. Da un lato chi è propenso all’abbattimento dei cervi nel Parco dello Stelvio, dall’altro la richiesta degli ambientalisti di opporsi a questa decisione.