E’ accusata, insieme al fidanzatino della figlia di istigazione alla violenza sessuale la mamma della ragazzina di 13 anni rimasta incinta a Verona. Il racconto dell’indagata: “Sono contro l’aborto, che dovevo fare?”
Elisa Zombini ha 50 anni e da Verona parla del dramma giudiziario che sta attraversando la sua famiglia dopo che la figlia di appena 13 anni è rimasta incinta. Ora la donna è accusata per il reato di istigazione alla violenza sessuale. Insieme a lei, a processo, anche il fidanzato della figlia, un 21enne che all’epoca dei fatti aveva appena 18 anni.
A riportare il racconto di mamma Elisa è il Corriere della Sera che ripercorre la vicenda familiare accaduta alla 50enne veronese che da 16 mesi è diventata anche nonna di una bambina. Ed è proprio per la nascita della nipotina che ora la signora Zombini rischia il rinvio a giudizio per violenza sessuale e 6 anni di carcere.
Incinta a 13 anni: la madre rischia 6 anni di carcere. La vicenda
Quello che a Elisa Zombini i giudici contestano nella vicenda della figlia minorenne è che lei, madre della ragazzina, è di non aver impedito alla giovane rimasta incinta a 13 anni di avere rapporti sessuali con il fidanzato 21enne padre della bambina. La 50enne, madre e nonna da un anno e mezzo di una nipotina, spiega tra le lacrime in un’intervista rilasciata per il Corriere:
“Ma cos’avrei dovuto fare? Legarla al letto? Rinchiuderla in camera? Ditemelo voi, me lo dica il giudice…”. Poi la donna continua e racconto quello che per lei è il vero problema di tutta questa vicenda: “Il nocciolo del problema è l’età di mia figlia. Quando è rimasta incinta le mancavano tre mesi e quindici giorni per compiere quattordici anni”.
L’età a cui si riferisce la madre della minorenne è che se la ragazza fosse rimasta incinta tre mesi e mezzo dopo, quindi a 14 anni, la vicenda non sarebbe mai finita in tribunale. Secondo quanto è riportato nel capo di imputazione la mamma avrebbe istigato la figlia 13enne ad avere rapporti sessuali con il fidanzato allora 18enne. Tradotto penalmente, questa è violenza sessuale.
Accusato di violenza sessuale anche il fidanzato 21enne
Ad essere accusato di istigazione di violenza sessuale è anche il fidanzato 21enne, all’epoca dei fatti appena maggiorenne, che affronterà il processo con rito abbreviato. Elisa Zombini, la suocera del giovane papà, ha detto: “Ma vi rendete conto che questi due ragazzi si amano come il primo giorno, stanno pensando di sposarsi, sono genitori di una creatura splendida eppure, per il pubblico ministero, questa loro felicità sarebbe frutto di violenza sessuale? A me, francamente, tutto ciò pare abominevole”.
La giovanissima coppia di fidanzatini, racconta la madre della 13enne, ora 15enne, si sono conosciuti come ogni normale coppia di giovani ragazzi. Lui, neo papà, è un giovane affidabile secondo la famiglia della ragazza poiché è fratello del marito della sorella maggiore della 15enne. Elisa ha ricordato che quando si è resa conto che tra lui e la figlia era nato l’amore, ha preso di parte la giovane dicendole: “Mi raccomando, hai solo tredici anni, pensa bene a quello che stai facendo. È troppo presto per certe cose, ma se proprio dovesse succedere ricordati di usare le protezioni”.
Ma, ovviamente, nonostante le raccomandazioni materne, la ragazza è rimasta incinta poco dopo. L’aborto è stato escluso, dice la 50enne perché “Siamo tutti contrari, io, mia figlia, il fidanzato. Sono stati proprio loro, i due futuri genitori, a dire che la bambina era il frutto del loro amore e che sarebbe cresciuta con loro con tutte le cure possibili e migliori”. La coppia di neo genitori ora vive insieme sotto lo stesso tetto. La baby mamma studia a casa e bada alla figlioletta, mentre lui lavora con il sogno di sposare presto la sua amata. Sembra tutto bellissimo se non fosse per l’ombra angosciante del processo.