L’incubo vissuto da una donna minacciata dal fidanzato per un anno è terminato con l’allontanamento dell’uomo. A salvare la ragazza la testimonianza dei vicini di casa
La minaccia ricorrente che un 31enne, cittadino romeno, rivolgeva alla fidanzata era: “Ti taglio le orecchie e la lingua”. L’incubo vissuto per oltre un anno da una donna sembra essere terminato dopo che l’uomo con cui abitava è stato fermato dagli investigatori. Ad avvalorare la tesi sostenuta dalla vittima in fase di querela, anche le testimonianze dei vicini di casa.
La storia di violenze e minacce arriva da Guidonia Montecelio dove la donna viveva con il compagno violento in un regime di terrore instaurato tra le mura domestiche dal 31enne. L’uomo originario della Romania aveva anche precedenti penali per atti persecutori e porto illegale di armi. Da ieri, però, non si potrà più avvicinare alla sua ormai ex compagna dopo che i poliziotti del commissariato di Tivoli hanno eseguito nei suoi confronti l’ordine di allontanamento.
Minacciata dal fidanzato violento per un anno
Arrivava a casa con la mente annebbiata dall’abuso di alcol e dalla gelosia morbosa verso la compagna con cui condivideva un appartamento a Guidonia Montecelio. Così, il 31enne romeno iniziava ad infierire sulla ragazza con parole d’odio e minacce pesanti. “Devi essere solo mia, se no ti raglio le orecchie e la lingua. Scimmia”.
Ieri i poliziotti del commissariato di Tivoli, diretto da Paola Pentassuglia, hanno eseguito nei confronti del fidanzato orco l’ordine di allontanamento disposto con un’ordinanza del gip su richiesta della procura e l’utilizzo del braccialetto elettronico. L’uomo dovrà trovarsi lontano dalla donna e dalla sua abitazione ad almeno 500 metri di distanza.
La misura cautelare è scattata al termine delle indagini partite dal pool antiviolenza dopo che la vittima, al termine dell’ultima aggressione subita dal compagno ha deciso di denunciarlo. Così gli agenti di Polizia, coordinati dal sostituto commissario Davide Sinibaldi, per stringere giungere all’uomo violento hanno contattato i vicini di casa della coppia che non si sono tirati indietro, anzi hanno aiutato la donna testimoniando le violenze subite dalla vittima. Urla e minacce che provenivano proprio da quelle mura domestiche.
L’aiuto dei vicini di casa
La priorità per i poliziotti che indagavano sul caso di violenze domestiche è stata quella di mettere in sicurezza in tempi celeri la vittima. Azione ritenuta di vitale importanza secondo quanto riportato anche dai magistrati della procura di Roma che hanno sottolineato: “L’uomo, sin dal febbraio del 2023, ha posto in essere continue vessazioni fisiche e psicologiche altamente mortificanti, con un comportamento minaccioso, aggressivo e prevaricatore, arrivando a chiamare la donna anche scimmia”.
La giovane donna subiva ogni giorno scatti di gelosia da parte del compagno ed era costretta a cancellare i contatti telefonici di altre persone per evitare che l’uomo minacciasse di morte anche amici e parenti che non c’entravano nulla. Dalla questura, come riporta il Messaggero, evidenziano che “l’intervento della procura e del commissariato è stato determinato dal sostegno dei vicini di casa che, di fronte all’ultima violenza, non hanno esitato a lanciare l’Sos, potendo così testimoniare lo stato di paura che, negli ultimi mesi, spesso avevano constatato. Ciò dimostra la maggiore attenzione nel circondario di Tivoli da parte di tutte le persone verso gli episodi di violenza consapevoli dell’immediato e concreto intervento delle forze dell’ordine e dei magistrati specializzati”.
Inoltre, il gip nella sua ordinanza ha ritenuto che “il racconto reso dalla vittima è coerente nella giustificazione del mancato ricorso all’autorità giudiziaria e non appare inverosimile. Nell’ambito di un rapporto di convivenza improntato ai comportamenti prevaricatori dell’uomo, l’effetto sia stato l’annichilimento della vittima, che non è riuscita mai a determinarsi a sporgere querela, per paura di scatenare reazioni ancora più violente”. Alla luce di tali fatti è risultato di rilevanza la collaborazione avuta dai vicini di casa della donna. Così dalla Questura viene ribadito: “Si chiede a tutti di non voltarsi mai dall’altra parte e di prestare assistenza e sostegno a quelle vittime che da sole non possono avere la forza di denunciare anche limitandosi a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine”.