La Manovra prevede un rialzo dei prezzi per acquistare le sigarette: cosa è previsto e perché le indiscrezioni portano ad un inevitabile aumento dei costi.
L’articolo 11 della Legge di Bilancio potrebbe prevedere un aumento di circa 10 centesimi a pacchetto che interesserà sigarette tradizionali e anche il tabacco riscaldato. Sarebbe questa la decisione del Governo che ha voluto aumentare le accise nel settore dei tabacchi.
Dalle indiscrezioni si passa adesso ad alcune conferme che darebbero così spazio a novità importanti nell’ultima bozza della Manovra. L’effetto sull’aumento del costo dei pacchetti di sigarette dovrebbe interessare tabacco e sigarette.
I dettagli sugli aumenti
Un pacchetto di sigarette bionde, conti alla mano, dovrebbe quindi costare fra i 10 e i 12 centesimi in più. Sul fronte del trinciato, invece, l’aumento potrebbe addirittura arrivare a 30 centesimi per busta. Ma le novità non finiscono qui perché la tassazione sul tabacco riscaldato ha previsto aumenti nel 2024 e 2025, previsto anche un ulteriore surplus nel 2026.
L’impatto riguarderà anche le sigarette elettroniche, con tanto di graduale piano di aumenti incrementali nel 2025 e anche nel 2026. Previsto un +1% annuo per liquidi con nicotina e anche per quelli senza nicotina.
In media, quindi, gli aumenti dovrebbero attestarsi intorno ai 10 centesimi in più a pacchetto. La stessa cosa riguarderà le sigarette elettroniche: 1% all’anno per 2025 e 2026 sia con nicotina che senza. Conti alla mano, infatti, le imposte passeranno da 28,20 nel 2024 a 29,30 nel 2025.
Fatto sta che il Governo aveva già deciso di aumentare di circa 20 centesimi le classiche sigarette, stabilendo successivamente un aumento “ridotto” pari a 12 centesimi. Con la stessa Manovra, infatti, il pacchetto delle sigarette fai-da-te (non la stecca) era aumentato fino ad un massimo di 40 centesimi in più. L’aumento delle tasse sulle sigarette prevede ritocchi sui valori anche dell’onere fiscale minimo. Questo significa che i rincari nel 2024 saranno fra 10 e 12 centesimi a pacchetto.
Altre novità sulla Manovra, dalla spesa all’attesa della tampon tax
Per quanto riguarda la bozza della Manovra è invece annullata l’Iva al 5% per i prodotti che riguardano l’infanzia, nonché per la tampon tax. L’intenzione è proprio quella di abbassare l’Iva del 10% dei prodotti come coppette mestruali e tamponi, assorbenti, latte in polvere e preparati per l’alimentazioni dei bambini.
Secondo quanto ribadito dal Codacons, inoltre, con il taglio dell’Iva dal 10% al 5% c’è la diretta conseguenza di risparmi “minimi” per i consumatori. Tutto questo è diretta causa dei mancati controlli, da parte del Governo, in merito ai prezzi, non senza polemiche anche da parte di molti cittadini che si sono lamentati per la mancata riduzione dei costi da sostenere quando si va a fare la spesa.
“Sia chiaro: siamo favorevoli a una riduzione della tassazione sui beni di prima necessità, ma questa deve essere estesa a una platea più vasta di prodotti e accompagnata da un rigoroso controllo sui prezzi al dettaglio“, si legge in una nota su X. Di fatto, quindi, la decisione non interesserà una larga platea di famiglie e quindi “non avrà gli effetti sperati sulle tasche dei consumatori”.
La causa potrebbe essere il mancato trasferimento del taglio dell’Iva direttamente sui listini al dettaglio. Di conseguenza, quindi, buona parte dei commercianti non avrebbero ridotto i listini al pubblico.
Sia chiaro: siamo favorevoli a una riduzione della #tassazione sui beni di prima necessità, ma questa deve essere estesa a una platea più vasta di prodotti e accompagnata da un rigoroso controllo sui #prezzi al dettaglio.https://t.co/vJpk18LlHF
— Codacons (@Codacons) October 25, 2023