Un carabiniere è iscritto nel registro degli indagati per la morte di Taissir Sakka: l’uomo è stato trovato in un parcheggio senza vita. Cosa emerge dalle prime indagini.
Taissir Sakka è un uomo 30enne, originario della Tunisia, trovato senza vita durante la mattinata dello scorso 15 ottobre a Modena. La vittima si trovava in un parcheggio, ma sul caso emerge una novità. Nel registrato degli indagati è presente un carabiniere della radiomobile.
Altri cinque colleghi, invece, risultano accusati di lesioni e minacce ai danni del fratello Mohamed che ha sporto denuncia contro il personale delle forze dell’ordine. Sono quindi in tutto sei i carabinieri accusati per la morte dell’uomo di 30 anni.
Il caso
I sei colleghi fanno parte del nucleo della radiomobile e sono stati raggiunti dall’avviso di garanzia durante la serata dello scorso giovedì 19 ottobre. Sul corpo della vittima è stata disposta l’autopsia che sarà eseguita dal medico legale Alessandra Silvestri.
Proprio gli esiti serviranno infatti a stabilire le cause del decesso. A riportare la notizia della morte e della denuncia è Il Resto del Carlino che ha fatto il punto sulla vicenda.
Sono in tutto sei i carabinieri che sarebbero stati coinvolti sul caso di Taissir, cittadino trovato morto a Modena il giorno successivo ad una rissa notturna. In quelle circostanze, infatti, erano intervenute le forze dell’ordine, allertate dal responsabile di un circolo della zona.
Secondo le informazioni raccolte, Sakka è stato identificato dai carabinieri durante la serata dello scorso sabato 14 ottobre proprio su richiesta del proprietario del circolo di Ravarino. Le forze dell’ordine sono state allertate in seguito allo scoppio di una rissa.
Al loro arrivo, infatti, sarebbe stato trovato il 30enne e suo fratello in stato di ubriachezza. Ma il giorno successivo, però, è stata diffusa la nota circa la morte del cittadino tunisino.
L’ipotesi dichiarata dai carabinieri, in seguito al ritrovamento, è quella di una caduta accidentale. Durante la mattinata dello scorso 15 ottobre, nel parcheggio di via dell’Abbate, è stato trovato senza vita il 30enne tunisino.
La versione dei militari
Nel comunicato diffuso dai carabinieri emerge la posizione delle forze dell’ordine. “Sono in corso accertamenti finalizzati a ricostruire l’esatta dinamica di una possibile caduta accidentale. La persona, la sera precedente, era stata controllata in stato di ubriachezza in un locale della provincia“, si legge nel comunicato.
E proprio Mohamed, fratello della vittima, sostiene che suo fratello sia rimasto vittima dell’azione dei carabinieri. Intanto l’avvocato Cosimo Zaccaria, legale che difende tre dei sei militari, ha spiegato alcuni dettagli sulla morte del cittadino tunisino.
“L’innocenza dei miei assistiti i quali hanno agito nella massima trasparenza e correttezza come confidiamo verrà dimostrato. Massima fiducia nella giustizia“, ha concluso l’avvocato di metà dei carabinieri indagati. E sempre dalle parole dell’avvocato è arrivato un altro commento sulla morte di Taissir Sakka.
“Dispiace per la morte del giovane Taissir. Allo stesso tempo preme sottolineare l’innocenza dei miei assistiti i quali hanno agito nella massima trasparenza e correttezza come confidiamo verrà dimostrato. Massima fiducia nella giustizia“, dice l’avvocato Cosimo Zaccaria che lavora sul caso insieme al collega Roberto Ricco. Gli altri tre carabinieri sono invece difesi dall’avvocato Lorenzo Bergami: il fratello del tunisino, invece, è sostenuto e difeso dal legale Fabrizio Canuri.