La questione Superbonus torna in auge per le spese da affrontare nel 2024: cosa bisogna fare per chi non riesce a concludere i lavori entro il 31 dicembre 2023. Resta in piedi la sola opzione di detrazione diretta.
L’annuncio del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, mette in mostra lo sconto in fattura e la cessione del credito per il Superbonus, con particolare attenzione per le spese del 2024. Chi non terminerà i lavori entro il prossimo 31 dicembre avrà come unica soluzione l’opzione della detrazione diretta.
Di fatto, quindi, coloro i quali non termineranno i lavori, entro il prossimo 31 dicembre, avranno come unica soluzione resta la detrazione diretta. Con questa decisione, infatti, Giorgetti ha chiuso la porta ad eventuali proroghe.
Le novità annunciate dal ministro Giorgetti
Per le fatture da pagare da gennaio 2023 c’è l’opzione della detrazione diretta. Proprio questa è la linea del Governo Meloni, annunciata dal ministro Giorgetti, proprio al termine del Consiglio dei ministri. Di recente è stata infatti approvata la manovra di bilancio per il 2024.
Esclusa qualsiasi ipotesi di proroga, strette invece per chi ha ancora dei lavori in corso e non li ha però ultimati. Lo sconto e la cessione sono stati entrambi cancellati esclusivamente per i nuovi lavori con il decreto Cessioni dello scorso 16 febbraio. Confermati invece per i lavori in corso, almeno prima dell’entrata in vigore della nuova normativa (avvio prima del 17 febbraio ndr).
La stessa idea vale per chi ha effettuato un’altra comunicazione, necessaria per l’avvio dei lavori, nonché per coloro i quali nella stessa data hanno presentato la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cilas). Di fatto, quindi, per tutti i lavori già avviati le opzioni varranno per le spese pagate nel 2024, salvo una riduzione delle aliquote previste dalla legge.
Il ministro Giorgetti ha invece spiegato le altre novità. “La dinamica del Superbonus continua imperterrita al ritmo di tre miliardi di maggiore spesa l’anno. Non c’è nessun intervento in legge di Bilancio su questo, ma i lavori vanno completati entro l’anno se si vuole lo sconto in fattura, altrimenti parte il meccanismo delle detrazioni, fatto salvo quanto maturato in precedenza“, spiega.
Altri dettagli, cosa emerge dai dati
L’Agenzia delle Entrate ha spiegato che per i lavori in corso sarebbe stato già possibile esercitare l’opzione di spesa per il 2023, riuscendo anche ad usufruire delle aliquote, ma soltanto con il completamento dei lavori. Ciò vale anche per la verifica di quelli realizzati dallo stato di avanzamento dei lavori.
Proprio il diritto alla detrazione, e di conseguenza ad ottenere l’opzione, si matura mediante la conclusione dei lavori e vale per quelli effettuati il prossimo anno. Ora, invece, tutto cambia: dal 2024 ci sarà il taglio delle aliquote, nonché l’impossibilità di esercitare le opzioni.
Il Superbonus, di fatto, ha retto esclusivamente mediante la forma di detrazione diretta. Non si può escludere la revisione della durata, da 4 a 10 rate previste, mediante la possibilità di spalmare l’agevolazione in un arco temporale più ampio.
Tutto questo era stato già previsto per le spese effettuate nel 2022. Potrebbe giungere la conferma, in questo caso, anche per quelle del 2023. Ciò significa tornare al meccanismo di detrazione in dieci anni, così da blindare la cosiddetta contabilizzazione per la cassa.
Con questa decisione, infatti, conterà il tratto “regressivo” dell’agevolazione, permettendo l’utilizzo a chi non ha capienza fiscale di assorbire lo sconto in 48 mesi: si tratta in questo caso di chi non ha dichiarato redditi alti.