Una strage di innocenti in Israele, le foto dei bambini morti ammazzati, alcuni dei quali decapitati, raccontano la crudeltà dei terroristi di Hamas. Il Jerusalem Post certifica la veridicità delle immagini, nessuna fake news (purtroppo)
Le immagini cruente sono quelle di bambini e neonati trucidati dai miliziani di Hamas senza alcun motivo. Foto che nessuno vorrebbe mai vedere di corpicini ridotti a brandelli, carbonizzati e trivellati di colpi come se fossero giochi senza valore. L’intelligenza artificiale prova tutto l’orrore nelle fotografie geolocalizzate, elementi purtroppo certi di una guerra dove a pagarne lo scotto, come sempre, sono gli innocenti.
Le immagini dei neonati israeliani decapitati nelle proprie culle, in casa, oppure bruciati vivi dai terroristi di Hamas in un kibbutz vicino a Gaza sono state mostrate questa mattina, venerdì 13 ottobre, anche al sottosegretario americano Anthony Blinken quando, appena sceso dall’aereo in Israele ha avuto il primo incontro con il governo.
Le foto dei bambini uccisi in Israele non sono una fake news
Le immagini sono diventate una prova tangibile di quanto stava e sta accadendo in Israele. Fino a poco tempo fa se ne parlava ma l’orrore era troppo grande per essere accettato e i dubbi sulla veridicità dei bambini uccisi stava aumentando. Le fotografie, in tal senso, sono servite a scacciare ogni minimo dubbio.
A quelle foto non aveva avuto accesso nessuno, neanche il presidente americano Biden quando la sera prima alla Cnn aveva parlato delle decapitazioni dei bambini da parte di Hamas. Il presidente, in realtà, come ha poi spiegato all’emittente televisiva americana, non aveva visto personalmente nulla. Così ieri pomeriggio in un tweet il Jerusalem Post ha dichiarato di poter “confermare sulla base di foto verificate la notizia dei bambini bruciati e decapitati. Che il loro ricordo sia di benedizione”.
In un video pubblicato da Hamas, i miliziani avevano dichiarato che le notizie sulle decapitazioni dei piccoli avvenute al kibbutz di Kfar Aza era una fake news. Ma non solo, un’altra “bufala” era giunta dal vice leader di Hamas, Saleh al-Arouri quando aveva dichiarato che i 1.200 membri delle Brigate al-Qassam infiltrati in Israele non avrebbero preso di mira i civili. Ma i filmati dell’intera area hanno sbugiardato le parole del vice leader di Hamas mostrando i terroristi in uniforme delle Brigate al-Qassam prendere parte al massacro dei civili.
L’indagine di Amnesty International
L’organizzazione Amnesty International intanto sta conducendo un’indagine su “alcuni dei crimini di guerra e delle altre violazioni dei diritti umani commessi da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi dal 7 ottobre”. Amnesty International sottolinea di aver verificato alcuni video riguardanti gli assalti nei kibbutz di Bèeri, Kfar Aza e Re’im e in occasione del rave party.
Dunque, l’organizzazione internazionale chiede, come riporta anche il Messaggero: “alle autorità israeliane e ai gruppi amati palestinesi di aderire rigorosamente al diritto internazionale umanitario, soprattutto assicurando umanità nella condotta delle ostilità, prendendo tutte le precauzioni necessarie per ridurre al minimo i danni a civili e strutture civili e astenendosi dal compiere attacchi illegali e dall’imporre punizioni collettive contro i civili”.