Sull’incidente del pullman precipitato dal cavalcavia a Mestre le indagini sono a una svolta. Gli esiti dell’autopsia sul corpo dell’autista del bus svelano che l’uomo non ha avuto nessun malore
Si continua ad indagare sull’incidente di Mestre dello scorso 2 ottobre in cui persero la vita 21 persone e altre 15 rimasero ferite. Tra i deceduti anche l’autista del pullman precipitato dal cavalcavia di Marghera, Alberto Rizzotto è l’unico italiano morto nella strage.
Oggi gli esiti dell’autopsia sul cadavere del conducente del mezzo svelano una verità diversa da quella ipotizzata inizialmente. Secondo i risultati dell’esame autoptico il 40enne trevigiano non avrebbe avuto un malore prima dello schianto con il guardrail e il conseguente volo di una quindicina di metri culminato con l’incendio del bus.
L’autopsia sul corpo del conducente del pullman precipitato a Mestre
Secondo i primi parziali esiti dell’esame autoptico sul guidatore dell’autobus Alberto Rizzotto, precipitato dal cavalcavia superiore di Marghera, il conducente potrebbe non aver avuto alcun malore. Nel primo esito, dunque, è evidente proprio la mancanza di un malessere fisico accertato sull’uomo.
Ovviamente l’esame autoptico è ancora in fase di valutazione e bisognerà ancora attendere l’inizio della prossima settimana per avere un quadro più chiaro ed esaustivo con un accertamento fondamentale sul cuore del 40enne che sarà eseguito dai medici legali incaricati dalla pm Laura Cameli, Guido Viel e Roberto Rondolini.
Sembrerebbe, secondo quanto riporta anche Leggo, che dall’autopsia siano emerse anche delle lesioni sulle dita che potrebbero significare che il conducente del bus abbia stretto il volante con tutta la forza che aveva. Inizialmente si è pensato al malore poiché tale versione consentiva di “aggiustare” molte cose. Tra queste, per esempio, che la navetta senza toccare alcun altro mezzo, si era spostato verso destra, strisciando per circa 50 metri lungo il guardrail senza nessun segno di frenata o tentativo di rimettersi in carreggiata, fino a quando un buco nella barriera ha causato il lancio nel vuoto del mezzo.
La pista del guasto all’autobus
Dopo le recenti novità in merito all’esame autoptico ora le indagini si concentrano sulla pista del guasto del bus che inizialmente non era stata valutata poiché l’autobus era stato descritto come un modello nuovissimo, appena un anno di vita, e con propulsione elettrica.
Così come la strisciata sul guardrail, pensata inizialmente come una conseguenza non di un problema tecnico del mezzo bensì come causa di un malore fisico legato al conducente. Intanto nei prossimi giorni verrà eseguita una perizia sull’autobus e sulla scatola nera. Dopo l’autopsia, al momento la seconda consulenza della procura di Venezia riguarda lo stato del guardrail, la sua idoneità e gli eventuali adeguamenti normativi, ma non solo, oggetto di verifiche anche le condizioni del manto stradale e la dinamica dell’incidente.
Il manto stradale nel tratto interessato dall’incidente verrà ispezionato dall’ispettore del Mit Placido Migliorino. L’ispettore Migliorino, prima del suo rientro a Roma dove risiede, ha già fatto un primo breve sopralluogo sul cavalcavia nell’attesa che inizino le operazioni ufficiali il prossimo 25 ottobre. In quel giorno, il viadotto di Marghera verrà chiuso al traffico dopo le 13:00. La seconda parte di ispezioni verrà poi realizzata il 9 novembre. Per i risultati finali e il deposito dell’elaborato bisognerà dunque attendere la fine di febbraio 2024.