Un terzo degli abitanti è stato massacrato dai terroristi di Hamas in Israele e tra questi i giovani partecipanti al rave party. Spuntano dettagli particolari sulla location dell’evento: cambiata due giorni prima del massacro. Il racconto del manager del festival
Dopo la carneficina del rave party avvenuta all’alba di sabato scorso in Israele dove 260 ragazzi e ragazze sono stati uccisi dai miliziani di Hamas la domanda che sorge spontanea ora è: si poteva evitare? Il festival di musica, inizialmente, non doveva svolgersi al confine con Gaza.
La location, rivelano ora gli organizzatori del party, è stata spostata due giorni prima del massacro in una posizione potenzialmente pericolosa. Così è stato scelto il deserto vicino al kibbutz di Re’im. Ma proprio nella nuova location scelta è avvenuta la strage. Chi ha cambiato il sito prescelto e perché?
La location del rave in Israele cambiata 2 giorni prima della strage
Sulla pagina del sito israeliano “Eventer” dedicata alla presentazione del festival Nature si riscontra la prima falla. Come riporta anche il Messaggero, sul sito in questione si legge: “Ospiteremo per la prima volta in assoluto nello stato ebraico uno dei festival più grandi antichi e influenti”.
Dunque era la prima volta che l’evento (molto noto in America Latina) arrivava in Israele. E la location scelta per il rave party era la zona nord occidentale del deserto del Neghev, a pochi chilometri dalla striscia di Gaza. Area ad alto rischio poiché raggiungibile facilmente dai miliziani di Hamas.
Come riporta il sito Billibord, la scelta di cambiare luogo è avvenuta quando un altro posto è stato scovato nel sud di Israele e scartato dallo staff organizzativo del festival. Nella nuova location di Re’im sono stati posizionati due palchi. Quando è iniziato l’attacco terroristico sul palco principale stava suonando il produttore israeliano Artifex .
Il racconto del manager del festival
Al manager del festival, Raz Gaster, è stato detto che i miliziani avevano chiuso la strada verso il rave da ambedue i lati in modo che tutti i ragazzi presenti non avessero vie di fuga. Gaster, come riporta Bilboard, ricorda di essere giunto sul luogo dell’evento intorno le 5:30 della mattina di sabato.
Tutto è precipitato quando i missili e i razzi lanciati dalla Striscia di Gaza dai terroristi di Hamas hanno iniziato ad atterrare sul rave circa un’ora dopo: “Intorno alle 6:30 del mattino abbiamo iniziato a sentire delle esplosioni. Siamo usciti dal backstage e abbiamo visto un vero e proprio bombardamento. C’erano centinaia di razzi e mortai che volavano da ogni parte ed esplosioni tutt’intorno a noi”. Così nel panico e nella più totale follia, il manager Gaster ricorda che la security che lavorava al rave ha consigliato a tutti i partecipanti, organizzatori compresi, di sdraiarsi sull’asfalto e mettere le mani sopra la testa per proteggersi.
Ma dopo una decina di minuti: “I poliziotti hanno gridato nei microfoni di salire in macchina e scappare. Ricordo che nel momento in cui gli agenti hanno detto ‘vai adesso’, io sono scappato. Non ho aspettato, perché sapevo che era un attacco missilistico. Dovevo agire in fretta. Successivamente, ci sono volute 24 ore di lavoro per trovare quante più persone possibile e ottenere quanti più segni di vita possibili”. Infine, Raz Gaster conclude dicendo: “Siamo una comunità pacifica, siamo una comunità musicale, lo facciamo per creare divertimento. Volevamo solo ballare, divertirci e goderci la musica insieme, e tutto si è trasformato in un incubo.”