Durante il prossimo mese di novembre è previsto il pagamento di alcune imposte. Cosa cambia per le partite Iva.
Le tasse si pagheranno in anticipo a rate proprio a partire da novembre 2023 invece per le Partite Iva tutto è destinato a cambiare dal prossimo mese. Sono queste le novità al vaglio del Governo Meloni.
Si tratta di materiale fiscale, valutato in primis da Giancarlo Giorgetti e da Maurizio Leo, rispettivamente ministro e viceministro dell’Economia, potrebbe diventare parte integrante della prossima Legge di bilancio. Mancano soltanto gli ultimi dettagli, ma ciò potrebbe diventare realtà a breve.
Il Governo sta valutando i criteri per identificare la platea dei soggetti interessati. Fra i requisiti, infatti, ci sarebbe anche un limite di fatturato, tenendo conto che questo elemento potrebbe mettere in primo piano il volume d’affari.
In un prima fase, quindi, spazio al pagamento delle tasse a rate per gli autonomi che hanno una determinata fascia di reddito, poi l’estensione a tutte le partite Iva. Infine, invece, inclusione dei dipendenti che percepiscono altre forme di reddito, oltre che i pensionati inseriti nella riforma.
Proprio per i lavoratori autonomi è previsto un cambiamento non di poco conto: da novembre 2023 le tasse potranno essere pagate a rate con il versamento degli acconti mese per mese. Si parte dalle partite Iva, ma non è detto che questo modus operandi possa essere esteso a dipendenti con altri redditi e anche pensionati.
Spazio prima, quindi, alle partite Iva entro un limite di reddito, poi l’estensione a tutte le altre e senza limiti. Infine, inoltre, spazio ai dipendenti che percepiscono varie forme di reddito, a seguire anche i pensionati.
Uno dei primi a parlare è stato Alberto Gusmeroli che è intervenuto al VII congresso dell’Istituto nazionale tributaristi. Il presidente della Commissione attività produttive della Camera si è espresso sulle novità che dovrebbero quindi partire dal prossimo mese di novembre.
“Posso dirvi che la rateizzazione dell’acconto di novembre verrà già applicata da questo novembre 2023 per una platea abbastanza ampia di contribuenti“, ha spiegato Gusmeroli.
Valutazioni in corso per inserire un tetto di fatturato, probabilmente intorno ai 500mila euro, così da “rientrare nell’abolizione dell’acconto di novembre” che sarà quindi rateizzato con pagamento da gennaio a giugno 2024. “Il resto della platea entrerà a novembre 2024“, spiega.
“Andando a regime si può ridurre la ritenuta d’acconto o addirittura abolire la ritenuta d’acconto, vuol dire una serie di complicazioni in meno enormi. Vogliamo rivedere il sistema sanzionatorio, in particolare le sanzioni amministrative, che sono eccessivamente pesanti e riportarle a livelli europei“, continua il viceministro Leo.
L’intenzione resta comunque quella di smaltire le cartelle, intervenendo in maniera decisa e precisa sui carichi di natura fiscale. “Abbiamo davanti a noi un periodo molto impegnativo. Confido che anche con la collaborazione di voi professionisti potremo fare un buon lavoro nell’interesse del Paese, di tutti i contribuenti e dell’amministrazione finanziaria“, ha concluso Leo.
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