Il bilancio devastante del pullman precipitato dal cavalcavia a Mestre riporta 21 morti e 15 feriti. Le vittime sono state tutte identificate. Ecco chi sono
Ci sono 21 morti, di cui un bambino, un neonato e un’adolescente. La tragedia del bus caduto sotto il cavalcavia vicino ai binari della Mestre-Marghera segnala anche 15 feriti. Di questi, cinque sono gravi e due sono dei fratellini tedeschi di 7 e 13 anni. Tutte le vittime sono state identificate.
Tra i passeggeri deceduti anche una giovane ragazza appena sposata e incinta al settimo mese di gravidanza che, con il marito, un calciatore- ora grave in ospedale – era in viaggio di nozze. I feriti sono stati trasportati, oltre che negli ospedali del luogo anche a Padova, Dolo e Milano. Chi sono tutte le vittime?
Le 21 vittime dell’incidente di Mestre
La sposina in viaggio di nozze è morta sul colpo come gli altri 20 passeggeri, intrappolata nelle lamiere del bus che è precipitato dal cavalcavia a Mestre prendendo fuoco. La ragazza era in attesa del suo primo figlio che ora non nascerà mai. Il neo marito, un calciatore, si è salvato dal rogo anche se è attualmente ricoverato in gravissime condizioni.
Nei 21 morti c’è anche una coppia di fidanzati, una famiglia tedesca e una romena, oltre ad Alberto Rizzotto, l’autista del bus unica vittima italiana. Le vittime sono state tutte identificate. Sono nove ucraini, quattro rumeni, tre tedeschi e due portoghesi. A questi si aggiungono un croato, un sudafricano e l’italiano Rizzotto. Per la morte dei 21 turisti la Procura di Venezia ha aperto un fascicolo d’inchiesta con l’ipotesi di omicidio stradale plurimo verso ignoti.
Intanto gli investigatori stanno vagliando tutte le ipotesi che potrebbero spiegare l’incidente avvenuto due giorni fa. Quello che oggi è certo, invece, è l‘elenco definitivo delle vittime della tragedia. Come riporta questa mattina anche il Messaggero, i 21 morti sono:
Annette Pearly Arendse, del 1965, sudafricana
Maria Fernanda Arnaud Maciel, del 1967, portoghese
Antonela Bakovic, del 1997, croata
Anne Eleen Berger, del 1991, croata
Serhii Beskorovainov, del 1953, cinese con cittadinanza ucraina
Tetiana Beskorovainova, del 1954, moldava con cittadinanza ucraina
Gualter Augusto Carvalhido Maio, del 1965, portoghese
Charlotte Nima Frommerherz, del 2022, tedesca
Siddharta Jonathan Grasse, del 1995, tedesco
Vasyl Lomakin, del 1953, ucraino
Daria Lomakina, del 2013, ucraina
Anastasiia Morozova, del 2011, ucraina
Yuliia Niemova, del 1993, ucraina
Aurora Maria Ogrezeanu, del 2015, romena
Georgiana Elena Ogrezeanu, del 2010, romena
Mihaela Loredana Ogrezeanu, del 1981, romena
Mircea Gabriel Ogrezeanu, del 1978, romeno
Iryna Pashchenko, del 1993, ucraina
Liubov Shyshkarova, del 1993, ucraino
Dmytro Sierov, del 1990, ucraino
Le ipotesi principali della tragedia
Le ipotesi principali sulle cause dell’incidente sono: un malore del conducente dell’autobus, una manovra azzardata o un malfunzionamento del mezzo. Sotto accusa anche le condizione del guardrail travolto dal mezzo, forse troppo obsoleto. Dalle indagini non risulta nessun contatto del bus con un altro mezzo prima della caduta.
E’ stato escluso l’incidente stradale, quindi le ipotesi al vaglio della procura di Venezia che indaga restano due: malore dell’autista Alberto Rizzotto, oppure un guasto del pullman, ritenuto un mezzo nuovo poiché in circolazione da neppure un anno. Il procuratore capo di Venezia Bruno Cerchi ha dei “punti certi”: “Non c’è stato nessun urto con altri mezzi. Restano, dunque, da vagliare le condizioni psicofisiche del conducente 40enne su cui sarà a breve effettuato l’esame autoptico per escludere ogni forma di sostanza non consentita in corpo. Sequestrato all’uomo anche il cellulare per dimostrare che l’incidente non sia stato dipeso da un momento di distrazione dell’autista.
La tesi di un malore è, al momento, la più accreditata e ad affermarlo sono le immagini delle telecamere descritte dal capo della procura Cherchi: “L’impatto del pullman è avvenuto 50 metri prima della rottura del guardrail e della caduta. Non risulta che ci sia stato un incendio nel senso tecnico del termine, c’è stata una fuoriuscita di gas delle batterie, su queste stiamo facendo degli accertamenti”. Tutti affermano che l’autobus viaggiava lentamente, a causa del traffico e di uno svincolo che porta a rallentare. In sostanza, il pullman era quasi fermo. Non è stato rilevato, poi, nessun segno di frenata sull’asfalto. Per ciò che riguarda il guardrail, si chiarisce che dal 2019 le barriere non erano a norma e che, nell’attesa dei fondi per realizzare il progetto, non è stata ipotizzata alcuna temporanea messa in sicurezza.