Al volante del pullman precipitato dal cavalcavia a Mestre c’era Alberto Rizzotto. 40enne italiano che prima dell’incidente aveva pubblicato un post sui social: “Shuttle to Venice”. Chi era l’autista
La notizia della tragedia avvenuta ieri sera alle 19.50 a Mestre ha fatto il giro del mondo in pochissimo tempo. Il pullman noleggiato da un gruppo di turisti di diverse nazionalità è precipitato nel vuoto. Un volo di 15 metri che ha portato alla morte di 21 passeggeri e 15 feriti, di cui 5 in gravissime condizioni.
Tra le vittime decedute nell’incidente c’è anche l’autista del bus, il 40enne Alberto Rizzotto. Tra le ipotesi del sinistro fatale al vaglio degli inquirenti emerge quella più plausibile, ovvero un malore del conducente del mezzo elettrico. La dinamica di quanto accaduto ieri sera, 3 ottobre, non è ancora chiarita completamente, le immagini delle telecamere di video sorveglianza, al momento in mano agli inquirenti, potrebbero aiutare a ricostruire gli ultimi istanti precedenti l’impatto mortale.
Tra le 21 persone morte a seguito dello schianto del pullman a Mestre c’è anche l’autista. L’uomo si chiamava Alberto Rizzotto, aveva 40 anni ed era originario di Tezze di Piave in provincia di Treviso. Il 40enne era un dipendente della Martini Bus srl che aveva noleggiato l’autobus alla società di trasporti “La Linea” la quale aveva il contratto di trasporto per i turisti del campeggio “Hu” in gita a Venezia.
Tra le cause dell’incidente l’ipotesi di un malore che avrebbe colpito improvvisamente Rizzotto mentre imboccava il cavalcavia dell’Elettricità è quella seguita dagli inquirenti attualmente. L’autobus elettrico, dopo aver urtato il guardrail per due volte sarebbe precipitato di sotto incendiandosi. Secondo quanto riferito dall’assessore alla Mobilità di Venezia Renato Boraso, “l’autista del mezzo aveva almeno 6-7 anni di guida alle spalle”. Era dunque considerato un esperto.
A chi gli chiede le possibili cause dell’incidente, Boraso risponde: “Forse un malore, vedremo dalle telecamere, inspiegabile in quel tratto di discesa del cavalcavia lontano sia dall’incrocio con il semaforo, sia dalla zona di cantiere”. Inoltre, l’assessore è sicuro che tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti quella di un principio di incendio a bordo del bus prima dell’incidente è categoricamente esclusa. “Non credo nemmeno abbia urtato i cavi dell’alta tensione, cadendo: si è incendiato nell’impatto al suolo”.
Secondo le prime testimonianze raccolte il pullman sembra non stesse andando a grande velocità prima di urtare per due volte il guardrail e precipitare nel vuoto. Intanto, Alberto Rizzotto, prima di morire, aveva pubblicato un ultimo post su Facebook: “Shuttle to Venice”. Sono tutti senza parole i colleghi del 40enne Rizzotto dopo aver appreso la notizia dell’incidente che ha visto un loro caro amico morire tra le fiamme.
Sono tanti i messaggi che in queste ore stanno inondando il web nel ricordo di Alberto. Laura, amica dell’autista, ha scritto: “Così orgoglioso del tuo lavoro, dovevi portarci tutti nel tuo autobus alla festa della classe”.Anche nel paese trevigiano del 40enne c’è molta incredulità per la scomparsa dell’uomo. Il sindaco di Vazzola, paese in cui abitava Alberto Rizzotto, ha dichiarato, come riporta il Messaggero: “Un ragazzo tranquillo, come la sua famiglia. Da un pò non lo vedo in giro, viaggia molto, proprio domenica ero a pranzo assieme ai suoi genitori con la Pro loco. Una notizia che mi ha lasciato attonito”.
L’assessore alla viabilità di Venezia, Renato Boraso, ha detto in merito all’autista: “Ho parlato col titolare dell’azienda di trasporti, mi ha descritto Alberto Rizzotto come un ragazzo esperto nonostante la giovane età”. Secondo l’azienda Veneta Martini Bus in cui il 40enne lavorava, l’uomo aveva preso servizio ieri sera 90 prima del tragico incidente.
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