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Cronaca

100 indagati a Palermo, tutti furbetti del cartellino: al supermercato o al bar invece di lavorare. Come li hanno incastrati

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Alessandro Artuso

Operatori ecologici timbravano e uscivano senza alcun controllo: scoperte migliaia di ore di assenza. Oltre 100 dipendenti nei guai. 

I dipendenti di una società che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo timbravano il cartellino e uscivano senza alcun controllo. A tal proposito sono stati scoperti 1.385 episodi, con tanto di conteggio sulle ore totali di assenza: sarebbero in totale circa 2.800.

Dipendenti per la raccolta dei rifiuti scoperti mentre timbravano e si assentavano dal luogo di lavoro (Immagine Rete)

L’emergenza rifiuti è un grave problema per il capoluogo siciliano, ma adesso i carabinieri hanno iscritto nel registro degli indagati 101 dipendenti dell’azienda: l’accusa è di assenteismo.

Cosa emerge dalle indagini

Il maxiblitz alla Rap, società partecipata dal Comune che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo, ha permesso di scoprire 101 furbetti del cartellino. A lanciare la denuncia è stata una funzionaria che aveva segnalato furti di carburante proprio dai mezzi dell’azienda.

Da maggio ad agosto 2021, infatti, le forze dell’ordine hanno pedinato e i lavoratori, scoprendo 1.385 episodi di assenteismo, per un totale di 2.800 ore in tre mesi. Una lunga attività investigativa che ha permesso di scoprire un modus operandi messo in atto da decine e decine di lavoratori.

Furbetti cartellino, cosa è emerso dalle indagini a Palermo (Immagine Rete)

L’inchiesta condotta dai carabinieri ha visto l’iscrizione nel registro degli indagati di 101 persone. Gli operai si sarebbero assentati, creando un danno economico di oltre 40mila euro. Per diciotto dipendenti si è reso necessario l’obbligo di presentazione presso gli uffici di polizia.

Secondo l’accusa, infatti, avrebbero timbrato badge, uscendo subito dopo senza alcun controllo. A carico degli indagati pendono le accuse di false attestazioni, truffa aggravata, certificazioni e appropriazione indebita. Decisivo l’utilizzo delle cimici, nascoste presso la sede di piazza Cairoli, che hanno permesso di scoprire un sistema congegnato e collaudato ormai da diverso tempo a questa parte.

La nota del Comune di Palermo

Il Comune di Palermo ha diffuso una nota per commentare l’attività investigativa che ha permesso di scoprire quanto accaduto nella città siciliana. “Ci tengo innanzitutto a ringraziare la Procura e i Carabinieri per il forte impulso dato alle indagini, scaturite dalla denuncia di un nostro dirigente. Al contempo mi rammarico che vengano coinvolti, anche in flagranza di reato, dipendenti accusati di atti criminali contro la propria azienda. Oltre a danneggiare l’immagine della Rap, vengono colpiti anche tutti quei lavoratori che ogni giorno svolgono con dedizione il loro dovere“, spiega Giuseppe Todaro (presidente del Rap).

Questa inchiesta è un’ulteriore tegola che si abbatte sulla Rap. E tutto questo accade mentre ci battiamo e sacrifichiamo tempo e risorse per tenere in piedi l’azienda, per scongiurare l’ennesima emergenza, per risanare i conti ed evitare anche il fallimento della Rap“, ribadisce.

Tutti i dipendenti devono sapere che la catena dei controlli è serrata e l’attenzione è massima perché la città vuole risposte di serietà e affidabilità e non ci saranno sconti per nessuno“, conclude Todaro.

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