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Cronaca

Strage familiare Alessandria, i biglietti lasciati dal marito-padre killer prima dello sterminio: “Sono rovinato…”

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Maria Teresa Bianco

L’agghiacciante racconto della strage familiare di Alessandria nei biglietti lasciati dal killer Martino Benzi prima di uccidere il figlio, la moglie, la suocera e di suicidarsi. Intanto il ricordo doloroso sui social della scuola che frequentava  il 17enne Matteo.

E’ il racconto dell’orrore quello accaduto ad Alessandria. Tutto termina in una Rsa dove la suocera del killer, l’ingegnere 68enne Martino Benzi, era ospite da qualche tempo. Carla Shiffo, l’anziana suocera quella mattina era anche contenta di vedere il genero Martino. Dopo la consueta passeggiata nel giardino interno della clinica per anziani, Benzi estrae un coltello e uccide la 78enne.

Strage familiare ad Alessandria, il killer Martino Benzi e l’appartamento dove è avvenuta la mattanza (ansa) free.it

Poi rivolge la lama verso di se e si toglie la vita. Nella giacca dell’assassino, poco dopo il ritrovamento dei due cadaveri, è stato trovato un biglietto scritto dall’uomo: “Andate a casa mia, ho ucciso tutti”. All’arrivo dei carabinieri di Alessandria nell’appartamento della famiglia Benzi, la scena è raccapricciante: due cadaveri, quello del figlio 17enne dell’ingegnere, Matteo e quello di Monica Berti, 55 anni, moglie del killer e madre del minore. Una vera e propria mattanza che, al momento, non sembra avere un movente.

Strage familiare, i biglietti lasciati dal killer prima del triplice omicidio-suicidio

Ha ucciso prima il figlio con diverse coltellate. Il delitto è avvenuto intorno alle 7:10. Così lo stesso padre killer ha scritto in uno dei biglietti ritrovati. Nel tentativo di difendere il figlio dalla violenza del padre, la mamma di Matteo, Monica interviene ma viene fermata e accoltellata a morte dal marito.

Strage familiare Alessandria, la Rsa dove era ospite la suocera del killer (ansa) free.it

Poi la visita alla suocera nella Rsa e laconclusione della mattanza di un uomo che, come molti hanno poi riferito, essere una persona “tranquilla e pacifica”. Nessuno si aspettava un tale esito. Mai una litigata udita dai vicini di casa Benzi. Descrivono tutti sia il 68enne che la moglie Monica come persone dedite alla famiglia. E questo amore (malato) da parte del padre di famiglia si evince anche nei diversi biglietti lasciati dallo stesso assassino prima di sterminare la sua famiglia.

In uno di questi biglietti è scritto: “Sono rovinato, ho ucciso la mia famiglia che amavo più di ogni altra cosa”. Cosa si nasconde dietro le parole di dolore lasciate dall’uomo? Perché un apparente padre di famiglia conosciuto nella comunità come tranquillo arriva a commettere tale atrocità? E’ quello che tutti si domandano l’indomani la strage di Alessandria. Ed è quello su cui indagano i carabinieri che, al momento, non trovano un vero movente al caso. Le indagini partono dalle analisi anche dei biglietti lasciati da Martino Benzi. Secondo indiscrezioni della stampa locale, dietro il triplice omicidio e suicidio, potrebbero esserci ragioni economiche.

Il dolore social per il 17enne Matteo Benzi

C’è infinito dolore e incredulità ad Alessandria il giorno dopo la notizia della strage familiare. In modo particolare la tristezza è rivolta al giovane Matteo Benzi. La scuola che il 17enne frequentava ha espresso il suo pensiero verso il ragazzo: “La tua scuola perde un patatone buono, un ragazzo che ha saputo lasciare il segno”.

Quello del giovane Matteo è il ritratto del “bravo ragazzo“. Lo stesso papà killer definiva sul suo blog personale il figlio come un ragazzo in gamba, il suo orgoglio. Di quel figlio avuto in età avanzata quando, papà Martino scriveva: “Mi è nato un bel bambino, all’età in cui qualche mio compagno di scuola diventava nonno. Non credo di aver bisogno di dirti che una cosa del genere contribuisce – mi costringe – a mantenermi giovane e al passo coi tempi”.

Nei quattro anni di frequentazione dell’Itis con indirizzo elettrotecnico, l’alunno Matteo Benzi, dice ora la preside Maria Elena Dealessi: “Non si è mai assentato e aveva ottimi voti, è stato sempre promosso. Non abbiamo avuto nessuna avvisaglia di problemi familiari”. Sul cancello d’ingresso dell’istituto superiore è apparso un biglietto: “Da domani il tuo banco sarà vuoto ma qui, tra noi, tu avrai per sempre il tuo posto”. Anche sui social i ricordi e i pensieri sul 17enne spuntano uno dietro l’altro. Tra i tanti, quello di un insegnante, che in un post scrive: “Ciao Matteo. Non eri il mio alunno ma eri anche tu un mio alunno. È davvero difficile scriverti qualcosa in questo momento perché provo un dolore misto tristezza molto profondo. La scuola, la nostra scuola, la tua scuola, perde un patatone buono, un ragazzo che ha saputo lasciare il segno. I tuoi prof ti descrivono con cuore e questo significa che tu hai portato il cuore nella tua classe e nei nostri corridoi. Vorrei abbracciarti e dirti che non è giusto, che non lo meritavi. Ma io sento di voler abbracciare tutti i tuoi compagni, tutti gli alunni, i colleghi. Siamo nel dolore e dobbiamo farci forza, dobbiamo unirci.
Ragazzi domani abbracciatevi e abbracciatemi. Ho il cuore che lacrima”.

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