E’ stata trovata morta ieri sera l’orsa F36. L’esemplare era stato condannato all’abbattimento ma il Tar di Trento l’aveva “salvata”. Sconosciute le cause del decesso
Questa mattina, giovedì 28 settembre, l’annuncio in un comunicato pubblico in cui viene dichiarato il decesso dell’orsa F36. L’animale era ritenuta problematica perché identificata come la responsabile di due episodi violenti e un falso attacco avvenuti la scorsa estate.
La carcassa dell’orsa è stata rinvenuta ieri sera, in val Bondone, nel Comune di Sella Giudicarie da parte del personale del corpo forestale del Trentino dopo l’attivazione del sensore di mortalità di cui é dotato il radiocollare dell’orsa. Così dopo i due orsi Jj4 e Mj5, la storia si ripete. Nel mirino della Provincia, questa volta, è finita l’esemplare di orsa femmina di sei anni.
F36 lo scorso 30 luglio, avrebbe aggredito due giovani escursionisti nel bosco nel comune di Roncone. Dalle analisi genetiche eseguite era stata identificata come la responsabile dell’aggressione ai danni dei due giovani. Così come del falso attacco a una coppia di escursionisti avvenuto il successivo 6 agosto, in località Dos del Gal.
A inizio settembre, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, aveva firmato l’ordinanza di prelievo dell’animale e il conseguente abbattimento, ma poi l’ordinanza era stata sospesa dal Tar di Trento a seguito del ricorso delle associazione animaliste.
La carcassa dell’orsa è stata consegnata all’Istituto Zooprofilattico per gli accertamenti. Da un primo esame esterno effettuato sulla carcassa dell’animale non è stato possibile, al momento, avanzare alcuna ipotesi sulla causa della morte.
Nel racconto dei due cacciatori sull’aggressione dell’orsa, F36 avrebbe seguito sull’albero uno dei due ragazzi agganciandolo e scaraventandolo a terra. Il giovane era rimasto ferito al costato ma, racconta, di essere comunque riuscito a fuggire senza essere rincorso dall’orsa.
A distanza di qualche giorno dal primo attacco, il 6 agosto un secondo episodio. Questa volta è una coppia di coniugi, marito e moglie, al centro dell’attenzione dell’orsa F36. Ma in questo secondo caso l’animale avrebbe avuto solo un atteggiamento intimidatorio nei confronti dei due ma nessun contatto fisico. Molto probabilmente l’animale voleva solo proteggere il suo cucciolo che in quella occasione era con lei.
L’orsa F36 non era mai stata segnalata tra gli orsi problematici così come accadde con l’orsa Jj4. Al collo gli era stato messo il radiocollare a scopo scientifico tra il 2020 e 2021 e le analisi genetiche eseguite dai laboratori della Fondazione Edmund Mach sono certe: l’identità dell’orsa protagonista dell’aggressione è F36. Da qui l’estremo provvedimento di Fugatti. Anche Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, aveva riconosciuto l’attacco di F36 come “un’aggressione di media pericolosità” e per tale motivo se ne disponeva l’abbattimento. Il tribunale amministrativo, in composizione monocratica, aveva accolto però il ricorso presentato dai legali dell’associazione animalista Leal Odv lo scorso venerdì 9 settembre sospendendo l’ordinanza di abbattimento.
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