Nove persone arrestate per lo stupro di gruppo ai danni delle due cuginette di 10 e 12 anni di Caivano. Tra queste sette sono minori e due maggiorenni
Sono finiti in manette ben 9 persone per la violenza sessuale nei confronti delle due cuginette di 10 e 12 anni avvenuta nel centro sportivo abbandonato del Parco Verde di Caivano circa due mesi fa. I provvedimenti restrittivi hanno interessato 7 minori e 2 maggiorenni.
Si arriva, dunque, a un punto di svolta nell’orrenda vicenda che ha coinvolto non solo le due ragazzine e le rispettive famiglie ma un’intera comunità smuovendo gli animi dell’Italia su una situazione degradata come è la zona in cui sono avvenuti gli stupri, fatta di criminalità, violenze reiterate e piazze di spaccio.
Stupro Caivano, 7 minori e 2 maggiorenni in manette
Le ordinane di custodia cautelare in carcere che hanno interessato nove persone, di cui sette minorenni e due maggiorenni, sono state emesse dal Gip presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e dal Gip presso il Tribunale di Napoli Nord, rispettivamente su richiesta della Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e dalla Procura presso il Tribunale di Napoli Nord.
Dopo l’esecuzione avvenuta nella serata di ieri, lunedì 25 settembre dai carabinieri di Napoli, è attesa una conferenza stampa alle 11:00 presso la Procura di Napoli Nord (in Aversa). Gli stupri di massa si sono consumati nel centro sportivo Delphinia nel Parco Verde di Caivano che ora, dopo la visita del presidente del Consiglio Giorgia Meloni al centro sportivo, teatro degli abusi, e la nascita del “decreto Caivano”, sarà “ripulito” con risorse per 10 milioni di euro, recuperando la sua funzione di centro polivalente e sportivo.
Tutte è iniziato nel luglio scorso quando il fratello di una delle due vittime di stupro ha denunciato i fatti portando, le indagini dei carabinieri al riconoscimento di una degli stupratori, maggiorenne, del gruppo. Di conseguenza sono stati individuati altre otto persone, minorenni. Poi il sequestro di decine di cellulari e l’esame degli smartphone appartenenti al branco per verificare eventuali prove dell’accaduto. E infine la decisione presa dal pm del tribunale dei minori di Napoli dell’allontanamento delle due cuginette dalle rispettive famiglie.
L’incontro tra Giorgia Meloni e il commissario straordinario per Caivano
La premier Giorgia Meloni ha ricevuto ieri mattina, lunedì 25 settembre a Palazzo Chigi Fabio Ciciliano, commissario per Caivano. Durante l’incontro sono stati toccati punti salienti sulle attività svolte fino ad ora dalla struttura commissariale nonché i prossimi passi in agenda da seguire.
Particolare rilievo è stato dato anche agli alloggi di edilizia residenziale pubblica (le cosiddette case popolari) presenti sul territorio di Caivano. Il presidente del Consiglio Meloni ha evidenziato l’attenzione del governo sul tema sottolineando, ancora una volta, la volontà di coniugare il contrasto alla criminalità con la tutela delle famiglie in situazione di difficoltà economica e sociale.
Durante lo stupro la videochiamata di gruppo
Non solo i filmati registrati degli stupri sulle due ragazzine ma ora spuntano anche altri dettagli raccapriccianti come la diretta degli abusi sessuali diffusi da uno degli aggressori attraverso una videochiamata di gruppo. Questo è quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sei dei sette minorenni coinvolti nella vicenda emessa dal tribunale dei minori di Napoli ed eseguita dai carabinieri di Napoli ieri sera. In modo particolare lo stupro poi diffuso in videochiamata sarebbe una delle violenze consumate non in gruppo.
Secondo quanto ricostruito durante le indagini, in un paio di occasioni, una delle due cuginette costrette a subire gli abusi, accettò di recarsi da sola a casa di uno dei violentatori che la convinse facendole credere di volersi fidanzare con lei. Ma la violentò riprendendo con il cellulare l’intero atto.
Infine si evince dalle indagini che gli abusi sarebbero iniziati circa due mesi prima del 30 luglio, quando il fratello di una delle due vittime ha presentato la denuncia. Le prime violenze sessuali sarebbero state consumate anche in un’altra zona diversa da quella ad oggi nota: una isola ecologica utilizzata come campetto da calcio dove, addirittura, sarebbe stata montata anche una tenda per rimanere lontano dagli occhi indiscreti della gente mentre avvenivano gli stupri.