Matteo Messina Denaro è il boss morto all’età di 61 anni a causa di un tumore al colon: è tutto pronto intanto per l’autopsia. Le novità sulla tumulazione.
Messina Denaro è deceduto in ospedale all’Aquila. Era ricoverato da qualche tempo a causa di un tumore al colon al quarto stadio. Sul corpo del 61enne sarà effettuata l’autopsia, poi la restituzione della salma alla famiglia.
La famiglia dell’ex boss di Castelvetrano ha intanto nominato un proprio consulente che parteciperà all’esame autoptico. Prevista la presenza di un esperto, nominato direttamente dalla Procura di L’Aquila, durante la mattinata di martedì 26 settembre 2023.
In seguito all’autopsia effettuata sul corpo del boss, morto lo scorso 25 settembre, farà seguito la restituzione della salma per la sepoltura nel Trapanese. Probabilmente il boss verrà tumulato all’alba, alla presenza dei familiari, ma in tal senso mancano ancora le conferme ufficiali.
Nel frattempo continuano i preparativi per l’autopsia a cui farà seguito la restituzione della salma ai parenti. Previsto in seguito il trasferimento a Castelvetrano (Trapani) dove Matteo Messina Denaro verrà sepolto. Le autorità hanno negato il rito religioso: aumenta l’ipotesi circa la sepoltura che potrebbe tenersi all’alba di mercoledì 27 settembre 2023. Prevista la partecipazione dei familiari nella tomba di famiglia.
Matteo Messina Denaro è deceduto all’età di 61 anni e adesso per gli esperti sarebbe in corso un processo di riorganizzazione. A parlarne è Pasquale Angelosanto che ha parlato durante la trasmissione Cinque Minuti.
“Cosa Nostra è viva e ancora forte, ma ha avvertito il colpo indubbiamente, sia riguardo alla provincia trapanese, della quale Messina Denaro era a capo, sia attraverso la altre province mafiose che guardavano a questa figura come un simbolo. Verranno avviati rapporti dialettici all’interno dell’organizzazione, nella provincia trapanese e nelle altre province, perché comunque andrà individuato un nuovo capo dell’organizzazione. Il lavoro va avanti per individuare compiutamente la rete di favoreggiamento e le ricchezze, ovvero i settori dell’economia che erano controllati da imprenditori vicini all’organizzazione“, ha spiegato il comandante Angelosanto.
Angelosanto ha ribadito che Matteo Messina Denaro dopo l’arresto ha confermato di “non essere un mafioso e di non essere mai stato nell’organizzazione e che ha mantenuto rapporti con Provenzano solo perché entrambi latitanti e quindi per solidarietà con lui“.
E proprio su un vecchio pizzino del boss, ritrovato dai carabinieri nel covo di Campobello di Mazara, Matteo Messina Denaro aveva criticato la Chiesa. “Ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato“, si legge.
Spazio anche per un messaggio polemico e una promessa. “Non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime. Non saranno questi a rifiutare le mie esequie […] Rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico, non contaminato e politicizzato. Dio sarà la mia giustizia“, ribadisce Messina Denaro in un pizzino.
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