La morte di Marie, 15enne suicida, ha scioccato la Francia per la motivazione che si nasconderebbe alla base del gesto. I genitori denunciano il social TikTok secondo cui avrebbe causato la morte della loro figlia
La tragedia è avvenuta due anni fa a Cassis, in Francia e ha scosso non solo la nazione francese ma anche il mondo del web. I genitori della ragazzina di 15 anni che si è suicidata in casa hanno denunciato il social network cinese TikTok, accusando l’algoritmo, che avrebbe proposto all’adolescente scene e modi per suicidarsi.
L’algoritmo, riservato a tutti nonostante le regole europee sulla trasparenza, è accusato tra le altre cose, di avere la capacità di rendere gli utenti davvero “succubi” dalla piattaforma digitale. I genitori della 15enne Marie, hanno presentato una querela contro il social a inizio settembre.
La mamma e il padre di Marie, 15enne suicida in Francia, hanno esposto una denuncia al social più amato dagli adolescenti, TikTok, ritenendo che il sistema di “raccomandazioni” della piattaforma cinese avrebbe influito in modo palese sul malessere psichico della loro figlia, fino al punto di spingerla al suicidio.
In un’intervista da France-Info, il legale della famiglia, l’avvocatessa Laure Boutron-Marmion, come riporta anche Today.it, ha riferito che “attraverso l’algoritmo, l’adolescente ha ricevuto raffiche di video sullo stesso tema che possono soltanto portare qualcuno a stare ancora peggio”.
I genitori dell’adolescente hanno dunque potato avanti la tesi secondo cui l’algoritmo abbia nei confronti della figlia Marie, divulgato una quantità enorme di contenuti negativi, considerati gli input che arrivavano proprio dalla stessa ragazzina. Poco prima di togliersi la vita Marie, già vittima di bullismo a causa del suo sovrappeso, aveva postato un video in cui parlava del suo stato psicologico malsano.
Ne sono convinti sia la famiglia della giovane suicida sia l’avvocata che assiste i familiari della ragazza che sarebbe stato proprio dal video postato dalla 15enne che l’algoritmo di TikTok avrebbe raccomandato alla giovane altri contenuti riguardanti depressione e molestie.
Nella denuncia dei genitori vengono ipotizzati quindi i reati di “istigazione al suicidio”, “propaganda di strumenti per togliersi la vita” e “omissione di soccorso”. L’avvocatessa sostiene che il social non avrebbe fatto nulla per fermare quei contenuti. Infine, il legale Boutron-Marmion dice: “TikTok non ha censurato i video anche se nel suo statuto spiega che ci sono dei moderatori ad hoc per poterlo fare”.
Al contrario, il social avrebbe subissato l’account della giovane ragazza con contenuti sulla depressione, il suicidio, l’infelicità che, secondo chi le era vicino, hanno peggiorato la sua condizione psichica già fortemente instabile. Non è il primo caso questo. Già nel 2022 nel Regno Unito la giustizia inglese ha riconosciuto la responsabilità di Meta e Pinterest nel suicidio di un’altra adolescente di 14 anni, Molly. Entrambe le piattaforme sono stati ritenuti responsabili di aver esposto la ragazzina a “contenuti negativi”. Prima di togliersi la vita la 14enne aveva guardato oltre 130 volte il video di un suicidio.
Infine, i genitori della 15enne francese oltre alle accuse rivolte a TikTok, nell’aprile 2022 avevano già avviato un’azione legale anche contro l’istituto in cui Marie studiava. Il caso è al vaglio degli inquirenti.
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