Incidente Frecce Tricolori, in rete un audio interno che spiega le cause dell’incidente: investigatori cauti

La Procura di Ivrea indaga per comprendere le cause dell’incidente aereo che ha provocato lo schianto di un velivolo delle Frecce tricolori: dopo l’impatto è morta una bimba di 5 anni. Cosa emerge dall’audio. 

Una traccia audio circola nelle chat dei militari e descriverebbe le possibili cause dell’incidente aereo. Questo è quanto emerge sull’impatto mortale di un mezzo delle Frecce tricolore a Torino che ha provocato anche la morte di una bimba di cinque anni. A riportare l’audio in esclusiva è Repubblica.

Frecce Tricolori
Frecce Tricolori, il mezzo aereo che ha ucciso la bambina di 5 anni (ANSA)

La Procura di Ivrea lavora per fare luce sul caso ed accertare eventuali responsabilità. Una delle ipotesi vagliate dagli inquirenti sarebbe collegata ai rischi, in questo caso “severo”. La presenza di volatili sulle piste ha una scala da tre fasce: l’incidente accaduto in Piemonte presentava il rischio “severe” che significa acuto. Esclusi “low” (basso) e “moderate” (moderato).

Le novità

La Procura di Ivrea indaga sulle comunicazioni avvenute prima dell’incidente e avrebbe preso in considerazione anche l’audio. L’obiettivo è individuare il protagonista e comprenderne l’origine.

Secondo quanto riportato da Repubblica, il rischio di bird strike (impatto con volatili) era acuto e quindi al massimo in una classifica da uno a tre livelli. Intanto la Città della Salute di Torino ha effettuato il punto sulla vicenda dei tre sopravvissuti all’incidente in cui è morta la piccola Laura Origliasso.

In ogni caso si tratta di una traccia audio che non sarebbe ancora a disposizione dei magistrati che indagano sull’incidente. Probabilmente nelle prossime ore il video con l’audio potrebbe essere acquisito dalla Procura di Ivrea per accertare che si tratti di materiale vero e utile alle indagini. Intanto gli inquirenti restano comunque cauti sull’origine della traccia.

Frecce Tricolori
Frecce Tricolori, il luogo in cui è avvenuto l’incidente mortale fra il velivolo precipitato e una vettura (ANSA)

Lo scorso sabato 16 settembre un velivolo delle Frecce Tricolori si è schiantato all’aeroporto di Torino Caselle. Il mezzo ha travolto un’intera famiglia di San Francesco al Campo. I genitori sono stati sotto osservazione presso il Centro Traumatologico Ortopedico. Sul caso è intervenuto Maurizio Berardino, direttore Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, che ha parlato ai microfoni di TorinoToday. Il padre della bambina morta è stato intanto dimesso con 20 giorni di prognosi.

Per loro non ci sono problemi clinici gestionali. Presentianole ustioni che sono oggetto di cura e avranno il loro decorso, ma che non preoccupano. Presente sin da ieri sera il supporto psicologico dedicato garantito da una delle psicologhe esperte della Città della Salute“, ha ribadito Berardino.

Le dichiarazioni del pilota

Il pilota Oscar Del Dò è ancora visibilmente scioccato dopo lo schianto avvenuto lo scorso 16 settembre. Il pilota era alla guida dell’aereo Pony 4, ma non riesce a darsi pace per la morte della piccola Laura che ha perso la vita all’età di 5 anni.

Incidente
Frecce Tricolori, impatto fatale per una bambina di 5 anni. Il racconto del pilota iscritto nel registro degli indagati (ANSA)

Sono profondamente addolorato per quello che è successo, sto solo pensando alla piccola Laura“, ha ribadito ai colleghi dopo l’incidente. Proprio durante gli ultimi istanti prima dell’incidente, infatti, il pilota avrebbe cercato di posizionare l’aereo in modo tale da evitare le case. “Ho tenuto finché ho potuto, poi ho dovuto lanciarmi sennò mi sarei schiantato con l’aereo“, spiega.

Nel frattempo il pilota è stato iscritto nel registro degli indagati: l’accusa è di disastro e omicidio colposo. L’Aeronautica parla mediante la voce di Luca Goretti, Capo di Stato maggiore, ribadendo come fino all’ultimo “Del Dò non abbia esitato a controllare l’aeroplano, prima di prendere la decisione giusta di eiettarsi“, conclude Goretti.

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