Agguato Tor Bella Monaca, interrogato per ore il killer: Daniele ucciso per gelosia. Il giallo dell’arma

Per l’agguato avvenuto a Tor Bella Monaca in cui è morto Daniele Di Giacomo è stato interrogato per ore il killer. Il punto sulle indagini e il giallo dell’arma trovata a casa del fratello dell’assassino

Le prove a carico dell’assassino che ha ucciso a colpi di pistola il 38enne Daniele Di Giacomo in via Ferdinando Quaglia, a Tor Bella Monaca, non sono sufficienti ad emettere un provvedimento di fermo ma l’uomo, rintracciato dagli agenti della Squadra Mobile a Fiuggi poche ore dopo l’omicidio rimane comunque un sospettato.

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Agguato Tor Bella Monaca, il killer interrogato per ore: il giallo dell’arma (ansa) free.it

V.R. è un 30enne, italiano, con diversi precedenti per spaccio di droga nonché fidanzato della 26enne che era con Di Giacomo a bordo dell’auto al momento dell’agguato. Dopo la morte del 38enne l’uomo si è diretto a Fiuggi per far visita “casualmente” alla sorella mentre gli investigatori durante una perquisizione a casa del fratello hanno rinvenuto una pistola. Motivo sufficiente per portare l’uomo in caserma con l’accusa di porto abusivo di armi. Ma quella arma è la stessa usata per commettere il delitto?

Tor Bella Monaca, il giallo dell’arma a casa del fratello del killer

Per capire se quell’arma trovata dagli agenti della Mobile a casa del fratello del killer sia la stessa utilizzata per freddare il 38enne Daniele Di Giacomo bisognerà attendere gli esiti della balistica. Si aggiungono così altri indizi alle indagini per la morte del pregiudicato 38enne, seppur non ci siano immagini rinvenute dalle telecamere di videosorveglianza della zona che abbiano ripreso l’agguato.

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Agguato a Tor Bella Monaca, il punto sulle indagini (ansa) free.it

Tra gli indizi valutati c’è la casa dell’uomo che è posizionata a Tor Bella Monaca nelle vicinanze dove si è consumato l’omicidio. Altro indizio: Daniele Di Giacomo che gestiva una società che vende e noleggia auto era solito affittare le macchine a chi frequenta Tor Bella Monaca. Sembra che tra la vittima e il sospettato ci fossero dei conti in sospeso per noleggi precedenti non pagati.

Infine, la donna di 26 anni che seppur fidanzata con il sospettato, frequentava Di Giacomo da diverse settimane e in modo assiduo. Dopo il delitto avvenuto giovedì scorso, la sorella del 38enne aveva detto di sapere chi fosse stato a uccidere il fratello.
Alla polizia ripeteva: “Vi dico io chi è l’assassino, vi ci porto”. Ma nonostante i tanti indizi, non ci sono purtroppo prove schiaccianti per emettere un fermo nei confronti del killer. Al momento la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti. La ragazza rimasta ferita nell’agguato rimane in silenzio dalla sua camera di ospedale a Tor Vergata dove è ricoverata.

Il movente passionale

Rimane in silenzio anche il 30enne presunto assassino di Di Giacomo che da Fiuggi è stato portato in caserma a Roma ieri mattina. Interrogato per tutto il pomeriggio è stato lasciato libero. Nel frattempo sono state ascoltate diverse persone: dal fratello della vittima, alla moglie di Daniele che al momento dell’agguato si trovava in casa con i figli nel quartiere della Borghesiana e che ha riferito agli investigatori di non sapere della relazione parallela del marito con l’altra donna.

La 26enne, poi, proviene da una famiglia già nota alle forze dell’ordine. Nel giugno del 2022 due zii della ragazza furono arrestati per traffico di stupefacenti. Inizialmente molti hanno pensato che l’obiettivo dell’agguato fosse proprio lei, per motivi legati appunto, allo spaccio di droga.

Poi le indagini hanno cambiato direzione e si è giunti al movente passionale ma anche quello di un regolamento di conti. Il delitto non è stato commissionato da terze persone ma, per come è avvenuto: in pieno pomeriggio e in una via molto trafficata del quartiere romano e per giunta con l’assassino che fugge a piedi, fa pensare a un impeto di gelosia del momento. Ma è davvero così o sotto si nasconde anche dell’altro?

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