Mariantonietta Cutillo è la 16enne rimasta fulminata nella vasca da bagno di casa mentre era in videochiamata con una sua amica lo scorso 2 maggio. Per la tragica morte ora sono indagati 5 imprenditori
La causa del decesso della giovane 16enne di Montefalcione, provincia di Avellino, sarebbe un caricabatterie non a norma. Mariantonietta Cutillo, secondo le indagini effettuate dagli inquirenti, sarebbe rimasta folgorata nella vasca da bagno mentre faceva una videochiamata con un’amica lo scorso 2 maggio a casa sua per colpa di un cavo usb costruito in maniera non conforme agli standard di sicurezza in vigore nell’Unione Europea.
L’incidente domestico che ha scioccato mezza Italia è dipeso dalla caduta in acqua del cavo usb del caricatore dello smartphone usato dalla ragazza mentre era immersa nell’acqua. Il cavo è risultato essere fabbricato in Cina.
Dopo la scoperta, nella giornata di ieri, 14 settembre, i carabinieri coordinati dalla pm Mirabella Eclano e dalla Procura di Avellino hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti di 5 imprenditori quattro dei quali di origine cinese. Tutti attivi tra Toscana e Lombardia.
Per la morte drammatica della 16enne originaria di Montefalcione (AV) avvenuta lo scorso 2 maggio, il gip del Tribunale di Avellino ha emesso un decreto di sequestro su una grande quantità di caricabatterie di fabbricazione cinese. Gli uomini dell’Arma dei carabinieri hanno, quindi, sequestrato gli oggetti che sono poi risultati tutti non idonei agli standard di fabbricazione dell’Ue.
Sono stati quindi, ritenuti potenzialmente pericolosi. Come riporta anche Tgcom24, i sequestri sono stati eseguiti in diverse province toscane tra cui Firenze, a Calenzano e Sesto Fiorentino, Pisa, a Pontedera e in provincia di Milano, a Trezzano sul Naviglio.
Indagati per il reato di omicidio colposo cinque imprenditori, di cui 4 di nazionalità cinese. Ma non solo, a tutti gli indagati vengono contestati anche i reati di frode in commercio e vendita di prodotti industriali con marchi mendaci. Quello che si è accertato nell’attività investigativa a seguito della morte della 16enne è che il caricabatterie usato dalla giovane vittima presentava una componente interna, in gergo tecnico conosciuta come condensatore ceramico a disco, con evidenti difetti di fabbricazione.
Secondo gli esperti del Racis – Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche – i difetti riscontrati nel caricabatterie usato dalla 16enne erano dovuti alla scarsa qualità tecnica del materiale utilizzato per la costruzione dell’oggetto. Dalle indagini effettuate si è scoperto che “se il condensatore fosse stato costruito con componenti elettrici a norma, non si sarebbe verificata la scarica elettrica che ha causato il decesso di Mariantonietta Cutillo”.
Inoltre, dai dispositivi sequestrati dai carabinieri si è accertata l’assenza dei fogli di istruzioni per l’uso che, per legge, ogni dispositivo dovrebbe contenere al momento della vendita. Assenti anche le avvertenze di sicurezza e la dovuta dichiarazioni di conformità a marchio ”Ce”. Infine, tutti i dispositivi erano privi della marcatura di ”classe Y’‘ che le norme tecniche richiedono per gli oggetti elettronici di questa tipologia.
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