Sono indagati anche quattro vertici della Sigifer, società in cui lavoravano i 5 operai morti nell’incidente ferroviario di Brandizzo. Svolta nelle indagini: ecco chi sono
Nel caso della tragedia di Brandizzo in cui persero la vita cinque operai travolti da un treno in arrivo mentre lavoravano sui binari nella notte tra il 30 e il 31 agosto c’è una svolta che fa salire il numero degli indagati a sei. Oltre al tecnico di Rfi, Antonio Massa e al caposquadra della Sigifer, Andrea Girardin Gibin, nel registro degli indagati compaiono anche quattro vertici della società.
Fino a ieri gli unici due indagati erano il 48enne Antonio Massa, che avrebbe ammesso davanti ai magistrati di aver dato il via libera ai lavoratori sapendo che la linea non era stata interrotta e il 53enne Andrea Girardin Gibin. A loro si aggiungono altre 4 persone a cui la procura di Ivrea ha notificato gli avvisi di garanzia. Salgono quindi a 6 i nomi scritti nel registro degli indagati.
Chi sono i 4 dirigenti Sigifer indagati per l’incidente di Brandizzo
L’avviso di garanzia è stato notificato ieri, mercoledì 13 settembre, dalla procura di Ivrea a quattro persone facente parte dei vertici della Sigifer, l’azienda di Borgo Vercelli incaricata di eseguire i lavori di manutenzione per cui lavoravano i cinque operai morti. Così come per gli altri due indagati, anche per loro l’ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario.
Secondo la tesi esposta dai pubblici ministeri lavorare senza il dovuto permesso era una normale consuetudine per l’azienda e non un’eccezione. Inoltre, dall’attività investigativa sul caso di Brandizzo, emerge che quello che è accaduto in provincia di Torino non sarebbe stato l’unico episodio.
Si sarebbero registrati anche altri episodi del genere secondo la procura di Ivrea, ovvero sarebbe già capitato che i lavori sui binari cominciassero al di là del passaggio dei treni. Mentre, oggi, mercoledì 14 settembre, dovrebbero essere effettuate anche le perizie sui tablet dei macchinisti del treno, sulle scatole nere del convoglio e sui cellulari di due vittime trovati sul posto della tragedia in parte ancora funzionanti. L’analisi sui dispositivi elettronici dovrebbe fornire ulteriori dettagli sulle comunicazioni tra il cantiere e la sala controllo nei minuti precedenti l’arrivo in stazione del treno.
La prassi di lavorare sui binari senza autorizzazione
All’inizio di settembre, dopo l’incidente, ai pm Bossi e Nicodemo, l’ex operaio della Sigifer di Borgo Vercelli, Antonio Veneziano, l’aveva ammesso dichiarando, come riporta anche Fanpage:
“È già capitato molte volte di iniziare i lavori in anticipo. In molte occasioni in cui ho lavorato lì, quando sapevamo che un treno era in ritardo ci portavamo avanti con il lavoro. C’era una regolazione, cioè il restringimento del binario, da fare con un convoglio atteso fuori dall’orario corretto di passaggio”.
“Iniziavamo a lavorare. Dopodiché, prima del passaggio dei convogli ci buttavano fuori dai binari. Eravamo in sei o sette per ogni gruppo ma in quei casi c’era chi guardava le spalle. L’altra notte (30 agosto ndr) non è andata così, erano tutti sulla massicciata”.