Sono 5 i componenti della gang “Qbr” che a Verona hanno rapito e torturato un ragazzo di 20 anni. La vittima si è salvata grazie a Whatsapp. Aveva denunciato la banda. Arrestati tutti i membri della gang
Hanno tra i 18 e i 30 anni i cinque membri della nota baby gang veronese “Qbr” che hanno rapito e torturato un loro ex componente della banda di soli 20 anni che li aveva denunciati. Ora sono stati portati in carcere dagli agenti della Squadra mobile di Verona a seguito del provvedimento emesso dalla procura veronese su richiesta del Gip.
I reati contestati ai membri della famigerata gang sono: sequestro di persona, tortura e rapina. Le indagini sono partite la notte del 30 agosto scorso dopo una segnalazione arrivata alla Centrale Operativa della Questura riguardante un ragazzo di 20 anni, cittadino indiano, fuggito da un presunto rapimento messo in atto da un gruppo di coetanei.
L’attività investigativa condotta dalla polizia ha permesso di ricostruire la dinamica dei fatti. La sera del 29 agosto, il 20enne vittima della baby gang, sarebbe stata sequestrata a bordo di una Mercedes dai 4 componenti della banda. Questi lo avrebbero portato poi in aperta campagna. Giunti sul luogo, la vittima sarebbe stata costretta a denudarsi e a mettersi in ginocchio.
Da qui le varie torture subite come: infilzare un ago sotto le unghie dei piedi per poi fare alzare il ragazzo e farlo camminare per diverse centinaia di metri. Non solo, poi, lo avrebbero preso a calci e pugni mentre uno della gang lo colpiva su tutto il corpo con una frusta e un bastone urlandogli contro e minacciandolo. E, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato proprio quest’ultimo, lo scorso giugno, ad essere denunciato dalla vittima per estorsione.
Quello che emerge sembra essere a tutti gli effetti una vera e propria “resa dei conti” da parte della baby gang “Qbr” sul ragazzo indiano. Al momento, i quattro indagati sono stati trasferiti nella casa circondariale veronese e dovranno rispondere delle accuse di sequestro di persona, tortura e rapina.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la giovane vittima di 20 anni, avrebbe rivelato di essersi salvato dal branco grazie all’applicazione di messaggistica Whatsapp: “Ho approfittato di un loro momento di distrazione e intorno le 00.10 ho sbloccato il cellulare in modalità aerea e chiamato subito mia madre”.
Il giovane ha poi continuato dicendo: “In lingua indiana ho detto a mia madre di essere in pericolo e le ho mandato la posizione tramite Whatsapp, quindi l’ho cancellato immediatamente…”. Così, il ragazzo cittadino indiano si sarebbe salvato da quella che poteva essere un bruttissimo epilogo.
Grazie a quel messaggio inviato alla mamma e alla localizzazione in tempo reale della giovane vittima, gli agenti della Squadra mobile di Verona hanno raggiunto il luogo del rapimento in pochissimo tempo, salvando così il 20enne e arrestando i quattro ragazzi della baby gang “Qbr”.
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