Paul Pogba e i problemi in casa Juventus dopo la positività dell’ex United al testosterone: cosa dovrà fare il centrocampista, quali sono i rischi e perché la vicenda è tutta ancora in alto mare.
La Juventus non sta vivendo un momento positivo dopo le ultime vicende in campo europeo e societario. A peggiorare le cose ci ha pensato il caso di Paul Pogba, centrocampista ritornato in bianconero dopo la parentesi negativa con il Manchester United.
Sta di fatto che per il Polpo i problemi non sarebbero di certo terminati con la lunga e difficile ripresa post-operazione al ginocchio. La carriera potrebbe essere fortemente danneggiata dopo la scoperta circa la positività al testosterone.
Ora il futuro di Pogba è messo a dura prova da un’altra sfida ancora più grande. E pensare che le sirene di mercato per il centrocampista francese erano giunte dall’Arabia Saudita, salvo poi fare un passo indietro. Per Paul contratto a circa 10 milioni di euro a stagione, ma la scorsa stagione soltanto 216 i minuti giocati con la maglia bianconera.
Ora sono emersi invece i risultati delle analisi – esami a cui si è sottoposto il calciatore dopo Juventus-Udinese – da qui la sospensione cautelare imposta dal Tribunale antidoping. Non resta che attendere le controanalisi, da lì in poi la Juventus potrebbe chiedere infatti la sospensione dello stipendio, con conseguenze e possibile risoluzione del contratto, specialmente in caso di squalificato.
Nel frattempo, intanto, a Pogba spetterebbero poco più di 42mila euro annui netti, circa 2mila euro al mese. Il minimo sindacale è quanto previsto dalla normativa vigente in materia. Pogba ha ribadito che avrebbe assunto un integratore, acquistato negli Stati Uniti su consiglio di un suo amico, persona estranea alla società bianconera.
Ora toccherà al giocatore dimostrare di non aver assunto l’ormone in maniera intenzionale, ma il provvedimento di sospensione è già entrato nel vivo: Pogba non potrà allenarsi con il gruppo squadra, almeno fino a quando non verrà fatta luce sulla vicenda.
Il giocatore è accusato di aver assunto il testosterone, ormone steroide che migliora la condizione sportiva e migliora la crescita di chi fa bodybuilding, aumentando al contempo resistenza e globuli rossi. Fatto sta che la sostanza è presente nella lista di quella proibiti dall’agenzia mondiale antidoping (Wada). Ora il rischio squalifica è dietro l’angolo e questo potrebbe creare non pochi problemi al giocatore della Francia.
Il futuro del calciatore potrebbe essere inevitabilmente condizionato dalla vicenda in questione. La Juventus si è detta estranea alla vicenda, ma il caso sulla assunzione involontaria o volontaria dell’ormone è ancora tutto da accertare. Toccherà infatti proprio a Pogba, entro sette giorni, effettuare le controanalisi, contando anche sulla presenza dei periti presso il laboratorio antidoping Acqua Acetosa.
Il rischio è quello di quattro anni di squalifica, pena massima che potrebbe essere ridotta in caso di collaborazione del centrocampista. Dimostrare la non intenzionalità del gesto non è così semplice, ottenere una riduzione vorrebbe però dire rimanere fermo per qualche tempo (ipotesi due anni).
Entro tre giorni, in ogni caso, Pogba dovrà presentare richiesta di controanalisi, da effettuare come già detto entro sette giorni. In seguito, dopo aver conosciuto l’esito, spazio alla strategia difensiva. Ora toccherà all’Ufficio della Procura Antidoping comunicare al giocatore e al club la data delle controanalisi. In caso di conferma, infatti, Pogba sarebbe giudicato dal Tribunale nazionale antidoping, a meno di un possibile patteggiamento.
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