Le condizioni di Matteo Messina Denaro sono sempre più critiche: la rabbia e il commento del fratello di Giuseppe Di Matteo.
Matteo Messina Denaro è l’ex boss ricoverato all’ospedale dell’Aquila poiché affetto da un tumore in fase terminale. Le sue condizioni di salute sarebbero peggiorato durante le ultime ore, ora invece lo sfogo di Nicola Di Matteo.
L’uomo è il fratello del piccolo Giuseppe, bambino rapito a 12 anni (1992) e sciolto nell’acido nel 1996, proprio su ordine dell’uomo che ha seguito una lunga latitanza in giro per la Sicilia (e non solo).
Nicola Di Matteo ha attraversato momenti non semplici dopo la morte del fratellino Giuseppe, bambino ucciso nel 1996 e sciolto nell’acido. Ora uno di quelli che avrebbe ordinato la sua morte è sul letto di morte. Messina Denaro, infatti, è affetto da un tumore in fase terminale che sarebbe in netto peggioramento, specialmente durante gli ultimi giorni.
“Dicono che le sue condizioni stanno precipitando sempre di più? Vedremo. Aspettiamo di capirlo nei prossimi giorni. Sicuramente da parte della mia famiglia c’è ancora molta rabbia. Noi cosa gli auguriamo? Che possa vivere un altro po’ e soffrire ancora di più e riflettere, ma tanto lui non riflette, sappiamo che queste persone non riflettono. Lo dico perché per noi il dolore non si è mai placato, per lui il dolore finisce con la morte ma per noi resta e resterà un dolore a vita“, ribadisce con rabbia l’uomo.
Nicola e Giuseppe erano figli del pentito Santino Di Matteo, uomo che la mafia cercò di far ritrattare dopo la scelta di collaborare con la giustizia. Il padre dei due bambini rivelò all’epoca numerosi elementi sulla strage di Capaci, da qui la decisione di sequestrare il ragazzino in segno di ritorsione contro la scelta del pentito.
È invece morto all’età di 79 anni Benedetto Capizzi, uomo ricoverato e al 41bis nel carcere di Opera (Milano). Il boss stava scontando l’ergastolo per la morte di un autotrasportatore e 30 anni per aver partecipato al sequestro e all’uccisione di Giuseppe Di Matteo, evento accaduto a San Giuseppe Jato (Palermo) nel 1996. Si tratta di un uomo arrestato nel 2009 durante l’operazione “Perseo”.
Il bambino fu rapito in un maneggio di Villabate a novembre 1993, in seguito alla scelta del padre di collaborare con la giustizia. Furono 779 i giorni di sequestro, con tanto di spostamenti da un nascondiglio ad un altro, terminando la sua vita in un casolare a San Giuseppe Jato. Proprio lì, infatti, il piccolo fu strangolato e sciolto nell’acido l’11 gennaio 1996.
Immagina di aver finalmente sistemato tutto, di aver raggiunto la sicurezza finanziaria per te e…
Ti sei mai chiesto come le tue scelte alimentari possano influenzare il pianeta? Ogni volta…
RC Auto, il trucco per avere una polizza a prezzi stracciati: d'ora in poi non…
Quando arriva il freddo in Italia? In attesa che arrivi (per rimanere) prepariamoci mentalmente e…
WhatsApp è l'app di messaggistica di gran lunga più usata al mondo ma alcune funzioni…
Tutti pazzi per gli oggetti Ikea, ma questo che costa soltanto un euro è il…