La Juventus è in vendita: l’indiscrezione spiazza gli azionisti, Exor smentisce ogni cosa. Gli Agnelli, tuttavia, pensano a cambiare asset.
La Juventus è in vendita: Il Giornale, in un articolo a firma di Osvaldo De Paolini e Tony Damascelli, mette tutto nero su bianco. Un’indiscrezione circostanziata che spiegherebbe come Elkann e quel che resta degli Agnelli non ce la farebbero più a sostenere i debiti accumulati. Il piano sarebbe ripulire i conti e vendere tutto.
Exor si sveglia con gli azionisti in subbuglio e i vertici si trovano costretti a smentire ogni cosa uscita a mezzo stampa. Questo il quadro generale. La situazione, però, è ben più profonda: i conti in rosso sono un’amara certezza, non solo per la Vecchia Signora. Il calcio italiano è diventato una macchina che va a rilento, la cui benzina però costa troppo.
Juventus in vendita: l’indiscrezione spiazza
La Juve ha la lente d’ingrandimento puntata addosso: dopo le inchieste sui conti e gli stipendi, i riflettori continuano a essere sui bianconeri che un modo lo devono trovare. La Repubblica e La Stampa, inoltre, fanno sapere che anche gli altri possedimenti Elkann e Agnelli stanno dando qualche problema: la famiglia pensa seriamente a una modifica del mercato.
Cambiamenti profondi che potrebbero, a questo punto, riguardare anche la Juve. Per capirlo basta guardare qualche numero: 240 milioni di perdite, ricavi a quota 600, e debiti superiori. Il valore in Borsa è di 800 milioni. Il prezzo concordato dovrebbe, stando a quanto si legge su Il Giornale, arrivare a un miliardo e mezzo.
Elkann pronto a cambiare asset: la situazione
Il fatto che non ci siano più le garanzie di un tempo è tangibile anche dal mercato: Giuntoli, nuovo DS dopo l’allontanamento di Paratici prima e Cherubini poi, ha dovuto fare di necessità virtù. È stato chiamato per fare un mercato di contenimento, con giocatori in divenire dove il colpo più importante potrebbe essere riuscire a tenere – neanche a comprare – alcune pedine: si veda il rinnovo (ancora da definire) di Vlahovic.
È chiaro che adesso i problemi sono altri, con un futuro ancora da scrivere, per capire se la mano sarà la stessa oppure si cambierà impugnatura. Ammesso che ci sia qualcuno disposto a prendere quella che, ad oggi, somiglia più a una polveriera che ad una società in via di “guarigione”.