Sull’incidente di Brandizzo i pubblici ministeri di Ivrea indagano anche su altri episodi simili a quello che ha causato la morte sui binari ferroviari dei 5 operai. Un ex dipendente Sigifer conferma i fatti: “Si lavorava senza autorizzazioni”
E’ stato sentito dai pm come persona informata sui fatti l’operaio, ex dipendente della Sigifer di Borgo Vercelli, Antonio Veneziani. Il giovane ha confermato tutto quello che già si era detto, ovvero che si lavorava senza alcuna autorizzazione sui binari.
Ieri, all’uscita dalla procura di Ivrea l’ex operaio ha dichiarato ai giornalisti presenti: “Ci aspettiamo giustizia, che vadano in galera, che chiuda l’azienda”. Sull’incidente di Brandizzo che ha portato alla morte ben cinque operai, ex colleghi, Antonio non cela la sua rabbia.
Sentito dai pubblici ministeri della procura di Ivrea ieri l’ex dipendente Sigifer, stessa azienda per la quale lavoravano anche i 5 operai morti a Brandizzo, Antonio Veneziani avrebbe spiegato che lavorare senza nulla osta sui binari era una consuetudine. Conferma, insomma, quello che dal video ritrovato sul cellulare di Kevin Laganà, la vittima più giovane della strage, già trapelava.
Con il trascorrere dei giorni, quindi, si stanno concretizzando sempre di più quelli che all’inizio erano solo dei sospetti della procura di Ivrea che indaga sull’incidente di Brandizzo. I giudici ieri a Palazzo di Giustizia hanno ascoltato anche un altro ex dipendente della Sigifer, Marco Buccino.
D’altro avviso è invece il titolare della Sigifer, Franco Sirianni, che nega che gli operai lavorassero senza autorizzazioni. Come riporta Fanpage, l’uomo ha dichiarato in un’intervista: “Non è assolutamente una cosa normale. Per noi la sicurezza è sempre stata al primo posto. I ragazzi lo sapevano. Non volevo nemmeno usassero il cellulare durante i lavori, per evitare di distrarsi”.
Al momento gli indagati per la strage di Brandizzo rimangono due: l’addetto Rfi che doveva dare l’avvio all’autorizzazione del cantiere sui binari, Antonio Massa, e il caposquadra Sigifer, Andrea Girardin Gibin. Ma la lista degli indagati potrebbe, molto probabilmente, allungarsi con altri nomi.
A confermarlo è la procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione che ha sottolineato la volonta della Procura di andare fino in fondo alla vicenda. Questo perché oltre all’atroce incidente avvenuto a Brandizzo, ora si indaga anche sulle procedure di sicurezza in vigore e se queste siano davvero rispettate e sufficienti a garantire la tutela dei lavoratori.
Intanto si inizia a parlare di altri episodi del genere già segnalati alla procura di Ivrea. E’ atteso, invece, per il prossimo 14 settembre, nell’Aula della Camera una informativa urgente tenuta dal ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini sulla strage di Brandizzo.
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