La criminalità giovanile sarà contrastata con il nuovo “decreto Caivano” stamani sul tavolo del Cdm. Via i cellulari ai minori di 14 anni che delinquono e carcere ai genitori se i figli eludono la scuola. La stretta del governo Meloni
Il giorno dopo il blitz interforze a Parco Verde di Caivano, il governo prepara la stretta contro la criminalità giovanile con quello che viene già definito come il “decreto Caivano”, ovvero una serie di provvedimenti atti a contrastare i baby criminali in Italia.
Questa mattina sul tavolo del Consiglio dei ministri al vaglio i due decreti legge: uno basato sul “contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile” e l’altro “in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno”.
Per quanto riguarda il primo decreto, questo prevede norme severe ai minori di 14 anni che saranno colpevoli di reati. Ma non solo, è previsto il carcere anche per quei genitori che non manderanno i propri figli alla scuola dell’obbligo.
Criminalità giovanile: dal governo arriva il “decreto Caivano”
Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, difende il provvedimento del governo Meloni ribadendo:“Abbassare l’età per essere imputabili è utile perché il 14enne se uccide, se rapina, se spaccia deve pagare come paga un 50enne”.
Inoltre, il decreto legge sul contrasto ai baby criminali presentato stamani al Cdm dalla premier Giorgia Meloni prevede: daspo urbano per i minori violenti; sequestro dei cellulari e divieto dei social network per chi ha più di 14 anni. Carcere per i genitori con condanne fino a due anni se non mandano i figli minori alla scuola dell’obbligo. Infine, stretta sull’accesso ai siti porno: per accedervi, bisognerà certificare che si è maggiorenni.
Al decreto Caivano lavora Palazzo Chigi insieme al Viminale dallo scorso mese di agosto. Il testo, già a lavoro da tempo, ha avuto un’accelerazione dopo i recenti fatti di cronaca accaduti a Parco Verde, lo stupro delle due cuginette 13enni e le piazze di spaccio in mano alla criminalità organizzata. Cosa cambia ora con il provvedimento?
Alla base, l’intervento è mirato alla “povertà educativa”: ovvero alla responsabilità di genitori che abbandonano i figli poco più che adolescenti alla criminalità. Per queste famiglie saranno attive regole molto severe: si potrà rischiare una condanna fino a due anni di reclusione, come riporta il Messaggero, per “chiunque, rivestito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore, omette, senza giusto motivo, di impartirgli o di fargli impartire l’istruzione obbligatoria”. Dunque, mandare a scuola i figli non sarà solo un dovere ma con il nuovo decreto sarà anche un reato.
Le regole per i genitori presenti nel nuovo decreto legge
Un’altra novità introdotta dal decreto Caivano prevede l’esclusione del diritto all’assegno unico al nucleo familiare in cui sia accertato l’assenza dei figli minori alla scuola dell’obbligo.
Ma non solo, sempre ai genitori si rivolge anche la norma che introduce la possibilità per il questore di “ammonire” i minori di 14 anni che si sono resi responsabili di minacce, risse, violenze e percosse contro altri coetanei. Questo vale anche in assenza di denuncia da parte delle vittime.
Nel decreto, come riporta il Messaggero, si legge che: “Al momento dell’ammonimento, i cui effetti cessano al compimento dei 18 anni, il questore convoca il minore insieme ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilità genitoriale. Al tutore legale del minore ammonito, salvo che non provi di non aver potuto impedire il fatto, sarà comminata una multa dai 200 ai 1000 euro”.
Le norme previste per i baby criminali
Il “decreto Caivano” punisce severamente anche i giovani criminali. Fra le nuove regole c’è anche il divieto d’utilizzo, totale o parziale, dei telefoni cellulari per i minori over 14 ammoniti dal questore e condannati, anche se non in via definitiva, per “delitti contro la persona, il patrimonio ovvero inerenti alle armi o alle sostanze stupefacenti”. Il blocco ai social, sempre se passerà, non durerà più di due anni.
Mentre, per le vittime di violenza adolescenziale ci sarà la possibilità di veder cancellato definitivamente dal web “qualsiasi dato personale riguardante i fatti di reato”. Sarà lo stesso gestore del sito a comunicare la presa in carico della richiesta della vittima entro 24 ore e provvedere entro 48, pena l’intervento del Garante della Privacy.
Più gravi saranno le misure per i reati ritenuti più pesanti e anche i minori con matrice recidiva. Come per esempio il “daspo urbano”, ovvero l’obbligo per i minori over 14 anni di allontanamento da un comune che non sia quello di residenza o abitazione abituale per un periodo che va dai sei mesi ai quattro anni. Infine, i giovani con una condanna non superiore ai 5 anni potranno accedere a un percorso di reinserimento alternativo alla detenzione svolgendo gratuitamente lavori socialmente utili.