Adil Harrati è il presunto assassino di Rossella Nappini, l’infermiera 52enne accoltellata a morte a Roma. Il racconto del proprietario di casa che conosceva il 45enne fermato per l’omicidio
Per il delitto dell’infermiera 52enne Rossella Nappini è stato fermato e arrestato il presunto assassino ed ex compagno della vittima, Adil Harrati. Il 45enne di origini marocchine ha ucciso la donna con 25 coltellate nell’androne del palazzo in cui viveva con l’anziana madre nel quartiere Trionfale di Roma.
Il presunto killer è stato fermato dagli agenti della Squadra mobile poche ore dopo il fatto nella casa in cui l’uomo condivideva in affitto con altre tre persone: due connazionali e un italiano. Oggi parla il proprietario di casa, Stefano G., che racconta il cambiamento di abitudini del 45enne dopo la fine della relazione sentimentale con la vittima Rossella.
Secondo quanto riferito dal padrone di casa dove Adil Harrati abitava in affitto pagandogli un rimborso spese mensili di 150 euro, il 45enne era come: “un orso, irascibile, andato fuori di testa, che trascorreva gran parte delle giornate pregando Allah. Praticamente isolato dagli altri 3 coinquilini”.
Quando, poco dopo la morte di Rossella, gli agenti della mobile di Roma arrivano in piena notte davanti la porta di casa del marocchino nel quartiere Torrevecchia, dopo aver bussato Stefano G., il proprietario dell’immobile apre sconvolto alle forze dell’ordine chiedendo cosa stesse succedendo.
Ma i poliziotti si dirigono dritti verso la camera in affitto del 45enne che alla vista degli agenti ha subito risposto “solo io, solo io” per escludere gli altri inquilini da ogni responsabilità. Alle domande dei poliziotti se avesse lavato le sue scarpe e gettato nei cassonetti dei rifiuti abiti e il coltello, Adil risponde affermativamente con un cenno del capo.
Secondo Stefano, proprietario della casa, Adil nella relazione d’amore con Rossella ci aveva creduto. Come riporta il Messaggero, il padrone di casa ha detto in merito: “Fino a due settimane fa era convinto che sarebbero andati a vivere insieme, che si sarebbero sposati. Raccontava di avere speso anche duemila euro per lei e li rivoleva indietro ora che la relazione era finita. Ma che fai? Prima ami una donna, spendi per lei e poi rivuoi il denaro?”.
Dopo aver assassinato la donna, in serata il marocchino era ritornato a casa. Poi, Stefano aggiunge: “Non credo abbia cenato da noi, ormai si fermava sempre fuori. Lunedì pomeriggio era uscito e rientrato due volte. La sera non ha detto nulla, ma io mi ero affacciato alla sua stanza ed era seduto sul letto con lo sguardo fisso. Aveva il sistema nervoso in tilt, stava fuori di testa. In Marocco aveva abusato di psicofarmaci. Si faceva interi blister che avranno finito per bruciargli il cervello. Però, paradossalmente, si dava una disciplina tutta sua: pregava fino a tre volte al giorno, fino a un po’ di tempo fa non toccava né alcol, né fumo. Poi invece, improvvisamente, cinque giorni fa tutto è cambiato, inizia a fumare e i coinquilini lo vedono anche bere la birra”.
Secondo i coinquilini Adil era diventato intrattabile, tanto che proprio Stefano aveva comunicato al 45enne di trovarsi un’altra sistemazione entro settembre e lasciare l’appartamento. Il presunto killer era convinto di potere traslocare proprio dalla compagna Rossella che frequentava ormai da circa tre mesi. Sull’infermiera, il padrone di casa ha dichiarato, come riporta il quotidiano di Roma: “Ho visto quella donna un paio di volte; una volta con lui al bar e un’altra a casa nostra con lui. Qualche giorno fa, in un raro momento in cui abbiamo scambiato qualche parola, mi ha confessato che le cose però tra loro non andavano più bene. Mi ha raccontato che mentre lui stava dormendo da lei, la madre in piena notte, lo ha svegliato dicendo di andarsene. Lui l’aveva mandata a quel Paese e l’episodio aveva incrinato definitivamente la loro storia. Quell’anziana donna deve essersi resa conto che Adil con la sua testa a dir poco confusa non poteva andare bene per la figlia che aveva bisogno di stabilità”. Così la speranza della convivenza e addirittura del matrimonio sono sfumati nel giro di qualche giorno. Poi l’efferato omicidio e ora gli amici di Adil temono che l’uomo possa suicidarsi in carcere.
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