Alessandro Impagnatiello ha tentato di uccidere la compagna Giulia Tramontano con l’insetticida da diversi mesi a questa parte: cosa emerge dalla consulenza derivata dall’autopsia.
Il femminicidio di Senago continua a mostrare nuovi dettagli con Alessandro Impagnatiello che ha tentato di avvelenare la compagna Giulia Tramontano mesi addirittura diversi mesi prima di ucciderla. Il delitto è avvenuto lo scorso 27 maggio, l’avvelenamento sarebbe invece iniziato da dicembre 2022.
Questo è quanto emerge dalla consulenza autoptica depositata mercoledì 30 agosto 2023 dalla Procura di Milano. Nel corpo della 29enne incinta di sette mesi, uccisa e poi bruciata dal compagno, sarebbero state trovate tracce di veleno per topi. Il corpo presentava 37 coltellate, così come scoperto dopo quattro giorni dal ritrovamento vicino ad un box, accertato e certificato in sede medico-legale a distanza di qualche tempo.
Cosa emerge dall’autopsia
Rinvenuta la “presenza di veleno nel feto” e anche nel “sangue della donna“, con tanto di incremento della somministrazione “durante l’ultimo mese e mezzo“, si legge. E proprio dall’autopsia sarebbe emerso che Giulia è morta dissanguata, ma era ancora viva dopo le coltellate inferte da Alessandro Impagnatiello.
Il gruppo di esperti medico-legali ha infatti scoperto la presenza del Broomadiolone nel sangue e nei capelli di Giulia Tramontano, così come nei “tessuti e capelli fetali“, chiaro riferimento quindi al piccolo Thiago che sarebbe dovuto nascere a luglio 2023.
Proprio questi elementi – nello specifico le coltellate e la morte per dissanguamento, conseguenza della morte del feto – sarebbero quindi una ennesima conferma delle aggravanti di premeditazione e crudeltà. Entrambe erano state escluse dal gip, durante l’ordinanza d’arresto, a distanza di mesi tutto è però cambiato.
I consulenti hanno ribadito che le “lesioni presentavano la massima infiltrazione emorragica di significato certamente vitale“, continua la nota. Nessun segno di difesa, da qui la conferma circa l’aggressione di spalle, con tanto di coltellate inferte al collo e all’arteria succlavia.
Altri dettagli
Trovate quindi tracce di Bromadiolone nel sangue della vittima e anche nel feto che ancora portava in grembo. Mostrato invece un incremento della somministrazione durante l’ultimo mese e mezzo. Dalla relazione dei consulenti è infatti emerso come nell’ultimo mese e mezzo Impagnatiello abbia incrementato il topicida.
Giulia Tramontano è morta dissanguata, in seguito alle 37 coltellate ricevute dal compagno con cui condivideva l’abitazione a Senago, in provincia di Milano.
E proprio dalle ricerche effettuate in Rete, infatti, Impagnatiello aveva digitato “quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona“, si legge nella nota che ha riportato i risultati emersi dal telefonino del barman. Dall’autopsia è inoltre emerso che Giulia Tramontano è morta dissanguata ed era ancora viva dopo le coltellate.
Come se non bastasse, inoltre, gli investigatori hanno scoperto che Impagnatiello cercava online il motivo per il quale il veleno non facesse l’effetto sperato, così come le tempistiche, salvo poi scoprire che perdeva potenza con la somministrazione nelle “bevande calde”.
Ma dalle chat con un’amica, sempre risalenti a dicembre 2022, la stessa giovane si era confidata, mai pensando però ad una cosa del genere. Si va “mi sento una pezza, ho troppo bruciore di stomaco” a “lo stomaco mi uccide“, passando anche per “mi sento drogata“. In realtà era il piano omicida di Impagnatiello che avrebbe quindi deciso di ucciderla da mesi prima, poi la decisione di uccidere compagna e figlio ancora in grembo.