La vittima dello stupro di Palermo accusa sui social, nonostante i tanti messaggi d’affetto: le sue parole lasciano il segno e sono diretta conseguenza di alcuni attacchi subiti in Rete.
Parla sui social e respinge le accuse ricevute in Rete, pur ringraziando le tante e i tanti che le hanno inviato messaggi d’affetto. “Non dovete giudicare una stuprata“, scrive sui social. Una violenza terribile – quella subita dalla giovane – violenta da un gruppi di ragazzi nella zona del Foro Italico, a Palermo.
Le accuse degli haters non mancano di recente, ma la ragazza vuole difendersi e adesso gli animi si sono riscaldati, almeno da quando i nomi dei sette indagati sono diventati di dominio pubblico. I social non fanno sconti e adesso arrivano anche minacce di morte e insulti per chi, invece, è vittima di un terribile episodio di violenza.
E nell’ingranaggio degli insulti social c’è finita anche la vittima, proprio lei che ha subito quelle violenze da parte dal branco. Ma la ragazza di certo non si ferma qui e rispetto a tono a chi l’ha insultata sui social. “Dopo tutto quel che dici torno sempre a piangere per te anche se tu non versi una lacrima“, scrive la vittima, rivolgendosi ad un leone/leonessa da tastiera.
Sta di fatto che la giovane avrebbe ricevuto insulti social e presunte minacce, da parte dei familiari degli indagati. A riportare la notizia la notizia è il Corriere della Sera che ha fatto il punto sul caso. E proprio dallo stesso quartiere proverebbero tre degli indagati: si tratta di Angelo Flore, Gabriele Di Trapani e Christian Barone.
Ma non mancano anche gli attestati di forza e incoraggiamento, pur parlando di una persona che nulla ha a che fare con l’evento di Palermo. Il messaggio arriva da Roma e a parlare è il padre della vittima del caso di stupro avvenuto a Capodanno nella città capitolina.
“Cara ragazza, anonima, di Palermo, sono il padre della vittima del noto ‘stupro di Capodanno’ di Roma, e scrivo per appoggiarti. Devi reagire contro chi, sui social, ha farneticato che a una come tè è normale che capiti. Ma ti scrivo anche per avvertirti: sei sola, perché gli altri non comprendono“, scrive l’uomo, inviando una lettera riportata da Repubblica. Paole forti che arrivano direttamente da una persona che sta vivendo quasi direttamente cosa voglia dire un evento del genere.
Parole forti – quelle dell’uomo – rivolte anche alla gente. Ha deciso di prendere in mano carte e penna, scrivendo di getto e trovando la forza di andare avanti in un momento estremamente delicato. Il padre della vittima dello stupro di Capodanno a Roma ha invece trovato la forza di esporsi e di parlare a tutti, nessuno incluso.
“Scrivo per spiegare anche per te a tutti il calvario di un essere spezzato nella sua dignità. I legali sconsigliano questa testimonianza inutile al processo, ma non abbiamo scelto di denunciare per dei vantaggi, magari economici, che non ci saranno se gli imputati non sono attori di Hollywood. Il prezzo da pagare a esporsi in un processo per stupro è enormemente superiore a ogni possibile vantaggio personale. Si fa per le figlie e i figli di tutti gli altri, in un mondo che consiglia il silenzio perché è una macchia essere vittime“, ribadisce l’uomo.
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