Le indagini sullo stupro di gruppo di Caivano hanno portato all’individuazione di almeno 15 ragazzi sospettati di violenze sulle due cuginette di 10 e 12 anni. Le due vittime filmate da mesi
Nel caso orrendo dello stupro di massa avvenuto a Caivano sono molti gli elementi che stanno emergendo dalle indagini. Dopo i sei ragazzi denunciati dai familiari delle due cuginette di 10 e 12 anni, di cui l’unico maggiorenne del branco (un 19enne) è finito in carcere, gli investigatori individuano almeno altre 15 persone sospettate di aver contribuito alla vicenda.
Le due ragazzine venivano filmante da mesi e un video delle violenze giunto tramite chat addirittura al fratello di una delle due vittime. Nel frattempo sono stati sequestrati una decina di cellulari appartenenti ai 15 sospettati, alcuni dei quali anche minorenni e due appartenenti a figli di capi delle piazze di spaccio della zona del Parco Verde, considerata area degradata e dedita da anni allo spaccio della droga.
Stupro di gruppo Caivano: 15 ragazzi coinvolti
L’indagine sullo stupro di gruppo al Parco Verde di Caivano, con vittime due cuginette abusate da mesi e minacciate con schiaffi e pugni a stare in silenzio se non volevano finire ancora peggio, proseguono spedite. Entrambe le ragazzine di 10 e 12 anni provengono da ambienti familiari molto difficili. Le due cuginette spesso non frequentavano neanche la scuola.
Insomma delle vittime predestinate in quel luogo, soprannominato “Bronx”, dove la malavita inizia da ragazzini. Ma quello che accadeva nel Parco Verde tutti lo sapevano e tutti hanno preferito tacere in un clima di assoluta omertà. La vittima più piccola, appena 10 anni, da oltre un anno era costretta ad avere rapporti sessuali completi con un fidanzatino, figlio di uno dei boss della droga.
Poi, da gennaio scorso la situazione è ancor di più degenerata e le due bambine sono diventate oggetti da usare a piacimento per il branco di stupratori. Gli inquirenti, coordinati dalla Procura dei minori e da quella di Napoli Nord, hanno confermato che le due vittime venivano avvicinate dai componenti del branco che, con il trascorrere dei mesi era cresciuto, appena queste uscivano da casa. Venivano costrette a seguire il gruppo fino al luogo prescelto per gli abusi.
Stupratori incastrati dai filmati
Volevano farsi “grandi” e per questo il branco di violentatori registrava gli abusi sulle due giovani ragazzine. I video poi venivano fatti circolare nelle chat con commenti trionfanti. Addirittura uno dei filmati è arrivato sul cellulare del fratello di una delle vittime. Così i familiari delle due bambine sono corsi dai carabinieri con le ragazzine per denunciare l’orrore.
Le due vittime hanno raccontato tutto e alla luce di quanto detto sono scattate immediatamente le indagini. Nel giro di poche ore gli uomini dell’Arma hanno identificato almeno una quindicina di sospettati e sequestrato una decina di cellulari. Intanto la procura dei minori di Napoli ha deciso l’allontanamento dalle rispettive famiglie per le due ragazzine presso una struttura sociale adeguata. In una nota scritta dal pubblico ministero sulla base della relazione redatta dagli assistenti sociali, così come riporta stamani anche il Messaggero, scrivono: “La minore era ed è esposta, nell’ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per l’incolumità psicofisica”.
Ancora, il pm comunica che gli stessi assistenti sociali “sono intervenuti in una situazione di chiara emergenza allo scopo di mettere in sicurezza la minore delle condotte dei genitori. È stata vittima di gravi abusi da parte di un gruppo di coetanei. Lo stile di vita della minore, che ha “favorito” la perpetrazione del reato ai suoi danni, è senz’altro frutto della grave incuria dei genitori che con ogni evidenza hanno omesso di esercitare sulla figlia il necessario controllo”. Al provvedimento emesso dal pm si è opposto il legale della famiglia di una delle due vittime.