Dopo la fine dei nuovi interrogatori ai tre dei sette indagati per lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo, il branco si pente tra le lacrime. Subito dopo la difesa univoca: “E’ stata lei a portarci lì, voleva divertirsi”
Tra le lacrime hanno chiesto scusa alla 19enne che lo scorso 7 luglio hanno stuprato in gruppo. Si dicono pentiti per quanto accaduto e al termine degli interrogatori tre dei sette indagati si limitano a confermare solo ciò che il video della violenza sessuale scoperto dai carabinieri ha reso indelebile.
E’ impossibile negare l’evidenza di quelle orrende immagini. Così, i tre indagati spiegano di avere avuto un rapporto sessuale con la giovane ma negano di aver abusato a turno di lei. La difesa del branco è strategica: compatti nel dare la colpa alla vittima. L’obiettivo è ribaltare la prospettiva dei fatti e far passare lei, la vittima, come colei che ha spinto i sette indagati a “divertirsi” quella notte.
Così la 19enne davanti a Marco Gaeta, giudice per le indagini preliminari, diventa protagonista in negativo. Descritta dai tre come l’unica e sola istigatrice. Sarebbe stata lei a “portarli” fino al luogo dello stupro, a scegliere con quali coetanei avere per primi i rapporti sessuali.
Stupro di Palermo: le scuse alla vittima e le accuse, “Voleva divertirsi”
Arrivano nel palazzo di giustizia con lo sguardo basso mentre gli agenti della penitenziaria li accompagnano in aula. I tre dei sette indagati accusati dello stupro di Palermo vengono sentiti per un’ora ciascuno. L’obiettivo è tentare di smentire il contenuto delle immagini oscene della violenza riprese con il cellulare da uno di loro.
Christian Maronia chiede scusa alla ragazza in lacrime. Confessa di avere capito di essersi “rovinato la vita” trovandosi in una situazione più grande di lui. Poi inizia la stessa versione già udita negli altri interrogatori: la 19enne era consapevole sin dall’inizio di cosa stesse accadendo. Il 18enne racconta di non conoscere la vittima, l’aveva vista in alcuni video sexy che gli erano stati mostrati dall’amico Angelo Flores.
E da qui il passaggio clou: ovvero dipingere la ragazza con una personalità diversa rispetto a quella affiorata sino ad ora. Anche l’alcool ingerito dalla vittima, tutto falso, è stata lei, secondo il ragazzo, ad aver bevuto fino ad ubriacarsi senza costrizione da parte di nessuno. Maronia racconta anche di avere invitato gli altri del “branco” a fermarsi quando ha capito che la giovane stava male. E invece loro hanno continuato.
Il racconto degli indagati
L’altro dei tre indagati sentiti ieri dai pm racconta alla pm Monica Guzzardi di aver fatto una “grande ca…ta”, e sottolinea però che a decidere tutto è stata la 19enne. Dove appartarsi e con quali ragazzi iniziare il sesso di gruppo. Messo di fronte all’evidenza dello stupro dalle immagini video, Arnao si difende dichiarando, come riporta il Messaggero: “La situazione è degenerata per colpa dell’alcol e del fumo di una canna”.
Poi Samuele La Grassa, l’altro dei tre sentito dalla pm, afferma: “Ho sbagliato a non andarmene”. La Grassa non ha avuto rapporti sessuali, ma secondo l’accusa già il fatto di essere presente avrebbe contribuito al piano iniziato al centro storico di Palermo vecchia. Intanto ieri il Tribunale del Riesame ha respinto l’istanza di scarcerazione di Cristian Barone. Stessa cosa era avvenuta per altri due arrestati. Lo stupro di gruppo ha sconvolto la città siciliana, tra proclami degli indagati sui social dichiarati dai familiari stessi come fake e chi lancia invettive.