Gruppo di sette ragazzi nei guai a Palermo per un sospetto episodio di stupro avvenuto lo scorso mese di luglio: cosa emerge dalle indagini.
Sono sette i giovani accusati di aver violentato a turno una giovane 20enne. Il fatto sarebbe accaduto nel capoluogo della Sicilia lo scorso 7 luglio, a distanza di settimane le novità sul caso. L’episodio è sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori che stanno accertando quanto presumibilmente accaduto in una zona appartata del centro di Palermo.
I militari hanno arrestato e condotto in carcere tre giovani e un minorenni, ma durante i giorni precedenti erano stati arrestati altri tre presunti complici: avrebbero partecipato allo stupro. Per tutti l’accusa è di violenza sessuale di gruppo.
Cosa emerge dalle indagini
Il gip di Palermo ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare, insieme al giudice per le indagini preliminari del tribunale per i minorenni. Tutto è scattato in seguito alla denuncia della giovane che ha raccontato di essere vittima di una violenta. La giovane ha spiegato alcuni dettagli su quanto sarebbe accaduto in una zona centrale della città di Palermo.
Secondo il racconto della giovane, infatti, lo stupro di gruppo sarebbe avvenuto dopo una serata trascorsa in un locale fra il mercato della Vucciria e piazza Sant’Anna. La ragazza ha raccontato che i sette l’avrebbero portata nella zona del Foro Italico.
Alcuni di loro ne avrebbero abusato, altri invece sarebbero stati indicati come complici dei presunti violentatori. I carabinieri hanno identificato i componenti del gruppo grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza di zona, nonché in base al racconto della giovane.
Gruppo identificato grazie alle telecamere
Durante la mattinata dello scorso 18 agosto sono stati arrestati tre maggiorenni e un minorenne, ma già il 3 agosto 2023 erano stati fermati tre presunti complici. Si tratta di un gruppo composto da sette persone, tutte indagate per il reato di violenza sessuale di gruppo.
Al momento sono stati condotti tutti in carcere, in attesa della conclusione dell’attività d’indagine, nonché del processo. Si rischia una condanna da 8 a 14 anni di carcere. Valutazioni in corso per riduzioni della pena ed eventuali aggravanti. Una situazione in divenire che parte proprio dal racconto della giovane, con tanto di immagini del sistema di sorveglianza della zona cittadina.