La vicenda di Massimo Segre e della sua ex compagna ha fatto il giro del web, ora però per l’uomo arriva un altro colpo di scena: il caso non riguarda lo scandalo sul presunto tradimento.
Massimo Segre è sotto la luce dei riflettori per una vicenda che non ha a che fare con il presunto tradimento e la festa che ha annunciato tutto davanti a circa 150 invitati. Lo scorso mese di luglio, infatti, la vicenda è diventata virale e anche i video circolato ne sono ampia testimonianza.
Ora per l’uomo arriva un avvisato di garanzia che riguarda la sua società e risalirebbe allo scorso mese di giugno. Secondo le informazioni, l’accusa riguarderebbe la sua attività professionale, cosa non di poco conto: intanto l’ex potrebbe ancora decidere di procedere con una querela dopo quanto accaduto nel corso della festa diventata ormai famosa.
Cosa è accaduto
Massimo Segre ha parlato durante il compleanno della sua ex, utilizzando anche la festa di fidanzamento per sbandierare ai quattro venti l’elenco dei presunti amanti, adesso le possibili ritorsioni legali. Sta di fatto che ora l’azienda Directa Sim sarebbe finita sotto inchiesta: la sua società di trading avrebbe intermediato fonti di credito fra istituti, ma senza averne alcuna autorizzazione.
L’uomo starebbe vivendo un periodo particolare e ha deciso di trascorrere un periodo di vacanza in Zanzibar, cercando anche di ricucire il rapporto con i tre figli avuti dal precedente matrimonio. Nel frattempo la Procura di Torino ha ipotizzato l’accusa di abusivismo finanziario e bancario, con tanto di perquisizione nella sede, avvenuta lo scorso mese di giugno da parte della Guardia di Finanza.
Sarebbero otto gli indagati e fra questi c’è proprio Segre che ricopre il ruolo di amministratore e presidente della società. Ma non si tratta della prima ispezione: già fra marzo e maggio 2021 ne aveva ricevuto un’altra, in questo caso da parte della Banca d’Italia. Ad aprile 2022, invece, sanzione da 30mila euro.
In quella circostanza, infatti, sarebbe stata riscontrata “la violazione degli obblighi in materia di deposito e subdeposito dei beni dei clienti“, si legge. Come se non bastasse, inoltre, sarebbero stati ricontati in precedenza dei problemi per motivi di incentivazione e renumerazione. A riportare la notizia è Il Messaggero.
Le indagini
Il pm Bendoni ha analizzato il periodo 2019-2022 durante il quale la Directa Sim avrebbe operato come banca, dando vita ad una importante raccolta di risparmi, ma non avendone alcuna autorizzazione. Diverse banche, infatti, avrebbero dato all’azienda di Segre i risparmi dei loro clienti, poi la società li avrebbe girati ad altri istituti che necessitavano di liquidità.
Si tratta di un affari pari a circa 800 milioni di euro, con tanto di guadagno derivato dagli interessi. Secondo l’accusa, infatti, gli investigatori avrebbero ipotizzato che le provvigioni siano andate a intermediari che, inoltre, avrebbero girato denaro a due società: entrambe sarebbero riconducibili ad un amministratore di Directa e ad un altro manager. Un giro d’affari passato da 220 milioni a oltre 850 nel 2021.
Nel corso delle indagini sono state effettuate anche delle perquisizioni, così da fare luce sul caso. E proprio la sua ex Cristina Seymandi è consigliera di Directa Sim, da qui le possibili conseguenze tutte ancora da scoprire. Nel frattempo la società ha invece deciso di replicare alle accuse ricevute e di farlo mediante una nota.
“La società precisa precisa di non essere sottoposta a indagine e prende atto che, da documenti notificati alla società nell’ambito di un procedimento giudiziario ancora nella fase di indagini preliminari risulta indagato dalla Procura di Torino, il presidente, presumibilmente in relazione al ruolo apicale ricoperto“, si legge. Nuovi colpi di scena per Massimo Segre che dopo la festa tanto discussa dovrà difendersi da nuove accuse.