La morte di Michela Murgia è avvenuta a Roma ieri, 10 agosto, dopo una lunga malattia. L’attivista e femminista che infuocava i social si è spenta all’età di 51 anni
Addio alla scrittrice dalle mille sfaccettature che ieri ha esalato l’ultimo respiro all’età di 51 anni. Michela Murgia è andata via lasciando dietro di sé il ricordo dell’attivismo femminile e della voglia di vivere dentro i suoi scritti. Ormai da tempo soffriva di un tumore maligno del rene, al quarto stadio che alla fine non le ha lasciato altra via di uscita se non la morte.
Era il 6 maggio scorso quando la scrittrice, in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera, raccontò pubblicamente del suo brutto male. Da quel giorno Michela ha costantemente informato (a modo suo) i suoi lettori sullo sviluppo del carcinoma al rene. Il 29 luglio scorso una sua foto che la ritraeva con il sorriso sulle labbra e con cuffie e cannule nasali dell’ossigeno aveva annunciato di aver fatto ritorno in ospedale.
Solo qualche settimana fa Michela Murgia aveva fatto sapere ai suoi fan e lettori accaniti di essere ritornata in ospedale. Il messaggio con una foto postata sui social recitava una citazione dell’editore Cesare de Michelis: “Posso stare meglio, ma non posso più stare “bene”. “Meglio” è comunque preferibile a male”.
Michela Murgia classe 1972, è nata a Cabras, piccolo comune in provincia di Oristano in Sardegna il 3 giugno. Chi conosce Michela la ricorda come un’intellettuale dalle mille sfaccettature. Ma solo gli amici più intimi e la famiglia conoscevano il vero volto della 51enne sarda.
L’attivista femminile è morta come ha vissuto. Ha fatto sempre rumore Michela attraverso gli altoparlanti del discorso mediatico e sino all’ultimo è stata fedele alla sua vitalità, caposaldo della sua personalità travolgente. Aveva definito la sua voglia di vivere freneticamente, anche e soprattutto dopo la scoperta della malattia, citando una frase della canzone di Carmen Consoli: “Il senso spietato del non ritorno”.
Una vita piena di cosa da fare. Sempre attiva in ogni ambito che la vita le ha concesso di vivere: da insegnante di religione nelle scuole, a scrittrice di successo, presidente della Regione Sardegna nel 2014, all’esordio in tv con il programma “Invasioni barbariche” e ai social, Michela non si è mai fermata. Dotata di un talento comunicativo fuori del comune, è stata una delle prime a captare le potenzialità intrinseche della rete. Ed è proprio con i social che Murgia ha trovato il suo habitat naturale nel diffondere il suo pensiero.
Un profondo legame, quasi viscerale, con la sua terra d’origine. L’amore per la sua Sardegna l’ha portata ad affermarsi come autrice per poi percorrere una carriera letteraria imponente segnata da romanzi, racconti, saggi e articoli che calcano temi di rilevanza sociale e umana. La sua scrittura decisiva e a tratti cruenta ha fatto si che Michela diventasse un punto fermo nel femminismo contemporaneo. Ma ancor prima di diventare scrittrice, la Murgia ha volto diversi lavori, tra cui anche quello della venditrice in un call center. Proprio questa esperienza le ha dato lo spunto di scrivere poi il suo romanzo di esordio: “Il mondo deve sapere” (Einaudi, 2006) da cui successivamente sarebbe stato tratto il film di Paolo Virzì “Tutta la vita davanti”.
L’unico vero capolavoro di scrittura di Michela Murgia è il suo libro Accabadora edito nel 2009 da Einaudi, in cui la 51enne ha toccato argomenti delicati come l’adozione e l’eutanasia, riuscendo a conquistare definitivamente la critica e a vincere il premio Campiello e SuperMondello. Ma i romanzi di Michela Murgia sono molti e tutti hanno toccato le corde più sensibili e vicine all’animo umano. Tra i tanti si ricordano titoli come Ave Mary. E la chiesa inventò la donna (Einaudi, 2011), Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe (Mondadori, 2019). Stai Zitta, e altre nove frasi che non vogliamo sentire più (Einaudi, 2021), God Save the Queer. Catechismo femminista (Einaudi, 2022). Infine il suo ultimo libro uscito questo anno, Tre Ciotole.
Non tardano ad arrivare le condoglianze per la morte della scrittrice dal mondo politico. In un post pubblicato su Twitter il presidente del Consiglio Giorgia Meloni esprime la sua vicinanza alla famiglia dell’attivista scrivendo:
“Voglio esprimere sincere condoglianze alla famiglia e agli amici della scrittrice Michela Murgia. Era una donna che combatteva per difendere le sue idee, seppur notoriamente diverse dalle mie, e di questo ho grande rispetto”.
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