In tempo di cambiamenti per il Reddito di cittadinanza non mancano di certo le truffe pur di avere il sussidio. La scoperta della Guardia di Finanza e le novità scoperte dagli investigatori. In tutto 39 le persone scoperte.
Ottenere il Reddito di cittadinanza in Italia e trasferire i soldi liquidi all’estero. Questo è quanto scoperto dalla Guardia di Finanza: 39 persone avrebbe percepito il sussidio, senza però averne alcun diritto. Un giro di importanti somme di denaro, ma in realtà i destinatari avrebbero affittato degli appartamenti, continuando al contempo a ricevere l’aiuto finanziario.
I controlli dei finanzieri hanno permesso di scoprire 39 cittadini di origine nordafricana, beneficiari del Reddito, pur non avendo alcun diritto. Il danno per le casse dello Stato ammonterebbe a 456mila euro, ma l’immediata revoca avrebbe evitato altri 120mila euro di erogazione.
I finanzieri del Gruppo Linate, nel corso dell’attività d’indagine, hanno effettuato dei controlli in aeroporto e scoperto come numerosi passeggeri – tutti percettori del Reddito di cittadinanza – non avrebbero saputo spiegare il possesso di ingenti somme di denaro in contanti.
I contanti li avrebbero messi dentro valigie, zaine e portafogli. Non giustificando la provenienza degli stessi, di conseguenza, avrebbero dato spazio all’apertura di tutta una serie di indagini, proprio su delega della Procura di Milano.
“Il successivo sviluppo delle indagini ha permesso di appurare l’irregolarità delle domande presentate, nonché l’utilizzo di dichiarazioni e/o documenti falsi per l’illecito ottenimento del beneficio (false attestazioni sulla composizione e sul reddito dei nuclei familiari). Alcuni degli indebiti percettori sono risultati, inoltre, proprietari di immobili dati in locazione, oppure esercenti l’attività imprenditoriale o utilizzatori di beni intestati a defunti“, si legge in una nota della Guardia di Finanza.
Proprio questo tipo di scoperta, cosa non rara di questi tempi, è giunta nei giorni di protesta per lo stop del Reddito di cittadinanza, così come previsto dal Governo guidato da Giorgia Meloni. Migliaia di persone hanno di recente ricevuto un messaggio sul proprio telefono in merito alla sospensione del servizio. La circolare dell’Inps numero 61 ha comunque ribadito che lo stop del Reddito di cittadinanza è partita da agosto 2023 e che nel 2024 il sussidio non sarà più disponibile, se non con i cambiamenti già preannunciati.
In alternativa, infatti, sarà possibile richiedere l’Assegno di inclusione, ma soltanto per una platea ridotta, rispetto a quella del Reddito, cavallo di battaglia politico del Movimento 5 Stelle. Il sussidio si riceverà fino al termine dell’anno, requisiti permettendo, poi ci sarà un cambio non indifferente in tal senso. Sono infatti esclusi dal Reddito chi non ha minorenni, disabili oppure over 60 a carico. Escluso chi invece rifiuterà la prima congrua offerta di lavoro.
Attenzione alle truffe tentate attraverso un massiccio invio di sms in tutta Italia. Il metodo dei malfattori colpisce subito gli utenti visto che il fantomatico mittente sarebbe proprio l’Inps. La comunicazione è palesemente non ufficiale, ma leggendo l’intestazione, nonché approfittando delle ultime per migliaia di percettori del Reddito di cittadinanza, il gioco è fatto.
Il messaggio parla della revoca dei benefici, con tanto di richiesta d’identificazione. “Gentile utente, per evitare la revoca dei suoi benefici INPS, la invitiamo a identificarsi“, si legge. Al contempo c’è anche un link, ma l’invito è sempre quello di non cliccare per evitare di cadere nella trappola della truffa. L’obiettivo è infatti ottenere dati utili per svuotare i conti correnti dei cittadini e impossessarsi indebitamente delle somme di denaro percepite.
I finanzieri hanno scoperto 64 persone, affette da sordità, indagate per truffa aggravata ai danni dell’Inps. Avrebbero percepito in maniera indebita prestazioni socio-sanitarie per un totale di oltre 1 milione e 272mila euro. Le indagini della polizia di Alessandria sono state avviate nel 2020 e hanno permesso di scoprire tutto questo grazie ad una segnalazione della direzione locale dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale.
L’accertamento ha preso in esame il periodo 2015-2020, con tanto di strumento di verifica che ha analizzato le posizioni di oltre 100 persone provenienti dalla Romania. Ciò sarebbe stato possibile grazie anche a terze persone che avrebbero segnalato come ottenere residenza anagrafica. Li avrebbero accompagnati per espletare le pratiche.
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