Sono in corso le indagini sugli scontri registrati domenica scorsa a seguito della manifestazione dei No Tav in Val Susa. Al vaglio della Digos i filmati ripresi dai droni. In carcere il leader No Tav Giorgio Rossetti da ieri
In questi giorni sono al vaglio delle indagini da parte della Digos, coordinata dal gruppo Antiterrorismo della procura di Torino, i filmati registrati dai droni usati durante la manifestazione No Tav di domenica scorsa in Val Susa.
Gli scontri e i lanci di bombe carta e pietre sono stati ripresi per intero dai velivoli guidati dalla Digos della polizia. E’ raro che un’indagine di questo tipo si basi sull’analisi delle immagini riprese durante i voli dei droni. In questo caso l’operazione è andata a buon fine poiché con l’utilizzo delle immagini nitide dei droni in volo, a distanza ravvicinata ha permesso agli investigatori di accertare l’identità degli autori della guerriglia e eventuali futuri indagati.
Ogni dettaglio è stato immortalato nitidamente dai droni usati dalla Digos durante gli scontri del week end scorso avvenuti in Val Susa contro i partecipanti alla manifestazione No Tav. Tutti i particolari utili agli inquirenti che ora saranno in grado di risalire ai futuri indagati.
Il sopralluogo effettuato ieri da un gruppo di pm del pool Antiterrorismo della procura di Torino in collaborazione ad alcuni agenti della Digos della polizia è durato alcune ore nei posti dove si sono svolti gli scontri domenica passata – verso i cantieri di San Didero e Venaus, il centro da dove partono gli antagonisti per poi colpire. Al vaglio i filmati registrati dai droni durante la manifestazione No Tav partita poco prima delle 13.00 di domenica 31 luglio alla quale hanno partecipato migliaia di persone.
Il corteo si era poi diviso verso i due cantieri dove si lavora alla realizzazione della linea ferroviaria alta velocità Torino-Lione e qui sono partiti gli attacchi da parte di persone travisate, tutte a volto coperto. La Vicecapogruppo alla Camera di Fdi Augusta Montaruli ha presentato un’interrogazione al Ministero dell’Interno dichiarando, come riporta ANSA: “I controlli che si stanno effettuando in queste ore in Val di Susa dimostrano la pericolosità dei manifestanti e il rischio concreto che lì si possano verificare ulteriori azioni violente, non piu accettabili. Il Festival Alta Felicità continua a essere un catalizzatore di facinorosi che nulla hanno a che fare con il civile dissenso, perché siamo di fronte autori di atti che sfociano nel tentativo di impedire illegittimamente l’opera attraverso la forza e l’intimidazione. Al Ministero dell’Interno , da noi interrogato alla Camera, chiediamo ulteriori controlli e provvedimenti, per mettere finalmente fine a questa violenza reiterata”.
Oggi durante le perquisizioni della Digos di Torino ai cantieri Torino-Lione in Val Susa, gli agenti della polizia hanno sequestrato diverso materiale che secondo gli investigatori è stato utilizzato durante gli scontri di domenica scorsa.
A Venaus, sono stati rinvenuti molti bastoni, mentre a San Didero, dove l’attacco è stato più pesante, sono stati sequestrati, come riporta petardi e paranchi meccanici, solitamente usati per sollevare mezzi pesanti, ai quali erano legati cavi d’acciaio utilizzati per tirare già le recinzioni dei cantieri.
Nel materiale sequestrato anche diversi scudi in plexiglass, rinforzati con griglie di ferro, e chiodi a quattro punte usati in strada con l’obiettivo di forare le gomme dei mezzi delle forze dell’ordine che sarebbero intervenuti. E mentre le indagini della Digos proseguono, ieri mattina per l’ennesima volta il leader No Tav Giorgio Rossetto è finito in carcere. Per lo storico capo di Askatasuna l’accusa è quella di aver violato le prescrizioni imposte dalla misura di sorveglianza speciale a cui era sottoposto per tre anni. L’uomo sarebbe stato visto al Festival dell’Alta Felicità, la manifestazione che si è svolta nei giorni scorsi tra musica, dibattiti e campeggio gratuito.
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