Mahmoud Abdalla è il ragazzo ucciso e mutilato in provincia di Genova: dopo l’azione omicida i due killer sarebbero andati a “svagarsi”. La posizione del giudice per le indagini preliminari è chiara.
L’omicidio del giovane egiziano, di cui sono accusati i due datori di lavoro, offre intanto dei risvolti drammatici e allo stesso tempo sconvolgenti. Gli inquirenti avrebbero ricostruito il delitto e scoperto nuovi particolari sul delitto del ragazzo ucciso e successivamente mutilato.
L’atroce morte di Mahmoud Abdalla fa la spola alle novità emerse dall’ordinanza di custodia cautelare. Proprio Tito e Bob – questi i nomi dei due parrucchieri accusati del delitto – sarebbero usciti durante quella notte per “motivi di svago“.
Dopo aver ucciso il giovane, infatti, gli inquirenti credono che i due siano andati in giro, “elemento che smentisce in modo certo che uno dei due avesse agito sotto minaccia o in preda al panico“, si evidenzia. A seguire, inoltre, avrebbero “addirittura mostrato atteggiamento leggero e privo di pensieri“, dividendosi i compiti in maniera “quasi scientifica“.
Durante la lite, inoltre, la giovane vittima avrebbe minacciato il suo carnefice di denunciarlo poiché lo retribuiva in nero e non con un regolare contratto di lavoro. A tal proposito, infatti, lo scorso 19 giugno la Guardia di Finanza ha fatto un controllo nella barberia di Sestri Ponente, precisamente in via Merano.
In quella occasione, inoltre, Mahmoud avrebbe dichiarato di non essere in regola: da chiarire se la segnalazione sia giunta proprio da lui o se si sia trattato di un controllo di routine. Gravissime le accuse per Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel detto Tito e Abdelghani Ali detto Bob.
Andando ad analizzare il luogo del delitto, una casa dormitorio di via Vado, sempre a Sestri, la Scientifica dovrebbe ritornare per cercare con nuove tracce di sangue, cosa già fatta (invano) per tre volte dai carabinieri mediante l’utilizzo del luminol.
Ma gli inquirenti credono che Tito e Bob abbiano chiuso il corpo in una valigia, probabilmente in casa, per poi trasportarlo in taxi fino a Chiavari. A seguire, invece, lo avrebbero mutilato e gettato in mare, il tutto durante la notte fra il 23 e il 24 luglio 2023.
Gli inquirenti hanno visionato le immagini di videosorveglianza che avrebbero mostrato i due giovani, in altrettanti e distinti momenti, recarsi presso un negozio di Sestri. In un altro filmato, invece, si noterebbe un sacchetto con un oggetto contundente, elemento non presente nel primo video acquisito durante le indagini.
Dal registratore di cassa, infatti, sarebbe stato emesso uno scontrino per l’acquisto di una mannaia e di un coltello. E proprio il sostituto procuratore Daniela Pischetola avrebbe contestato ai due il possibile acquisto di armi: entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di convalida che si è tenuto nel carcere di Marassi, a Genova.
Sospese nel frattempo le ricerche in mare della testa della vittima, parte del corpo non ancora rinvenuta dai sommozzatori nelle acque del mare che bagnano la città di Chiavari. Sarebbe stata gettata a ponente della foce dell’Entella, così come ribadito da Bob. I nuovi risvolti, emersi durante l’attività investigativa, evidenziano un quadro di profonda violenza, reso ancora più evidente dal ritrovamento del corpo mutilato di Mahmoud Abdalla.
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