Un bambino di 2 anni è stato avvelenato dopo aver ingerito inavvertitamente del topicida su proprio ciuccio. Il dramma accaduto nel giardino della casa parrocchiale dove viveva con la famiglia in provincia di Lodi. Le parole del parroco dopo l’incidente. Come sta ora il piccolo
Una vera tragedia quella accaduta in un piccolo comune in provincia di Lodi nella mattina di ieri, 1° agosto, quando un bambino di appena due anni, intendo a giovare nel giardino della casa parrocchiale di San Martino in Strada, ha involontariamente messo in bocca il suo ciuccio avvelenato con il topicida.
In poco tempo il piccolo ha iniziato a mostrare i primi sintomi da avvelenamento. Quando i genitori si sono resi conto della gravità del fatto hanno immediatamente allertato i soccorsi. Trasportato d’urgenza in elisoccorso presso l’ospedale di Bergamo, adesso il bambino si trova sotto osservazione dei medici.
Il dramma è accaduto in provincia di Lodi, e più precisamente nel comune di San Martino in Strada. Il bimbo di 24 mesi era nel giardino della casa parrocchiale dove alloggiava con la sua famiglia afgana quando ha preso il ciuccio caduto a terra e l’ha portato alla bocca.
Nel succhiare il piccolo, ovviamente ignaro che il suo amato ciuccio fosse avvelenato, ha ingerito una quantità di topicida tale da farlo sentire male nel giro di pochissimo tempo. In quel momento il bambino non era sotto la supervisione dei genitori che l’avevano momentaneamente perso di vista. Il ciuccio caduto a terra è venuto a contatto con il potente veleno per topi. Nella mattinata di ieri era stato eseguito un intervento di derattizzazione con una ditta specializzata che era stata contattata dalla famiglia stessa.
La madre e il padre del bimbo hanno subito notato che loro figlio non stava bene. Sono stati allertati immediatamente i medici e i paramedici del 118 che, dopo avergli prestato le prime cure sul luogo dell’incidente lo hanno trasferito presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in elisoccorso dove è tuttora sotto osservazione. Il fatto è avvenuto ieri. I carabinieri giunti nell’abitazione della famiglia ora indagano sulla vicenda.
La mamma, il padre e il piccolo di due anni sono dei profughi afgani, ospiti del parroco del paese, Davide Chioda che dopo il dramma ha dichiarato che la “colpa” di quanto accaduto sia dovuta a un imprudenza da parte degli operai che hanno inavvertitamente lasciato delle pastiglie di veleno per terra.
Inoltre, il parroco come riporta anche fanpage fa sapere che gli gli esami del sangue della piccola vittima escludano che il paziente possa peggiorare nelle prossime ore.
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