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Cronaca

L’incubo di una 20enne in vacanza: sequestrata, violentata e lasciata in autostrada

Published by
Maria Teresa Bianco

L’incubo per una turista 20enne è iniziato in vacanza a Rimini mentre era in attesa di rientrare a casa. La giovane è stata prima sequestrata e poi stuprata da un uomo di 35 anni. Fermato, il presunto aggressore nega ogni accusa. I fatti

La tragica storia di una ragazza pugliese di 20 anni è iniziato con la richiesta di un passaggio in auto. La giovane era in vacanza a Rimini quando, per raggiungere la stazione, ha accettato di salire nell’automobile di uno sconosciuto.

Incubo di una turista 20enne a Rimini, sequestrata, violentata e abbandonata sull’autostrada da un 35enne (free.it)

“Sali che ti do un passaggio”. Le uniche parole dell’uomo che poco dopo l’ha stuprata e abbandonata sull’A14. Ma prima la 20enne si è ritrovata a passare tutta la notte rinchiusa nell’auto del suo aguzzino, costretta a subire violenza sessuale. Dopo ore da incubo la vittima è stata lasciata sull’autostrada nei pressi di Pesaro.

L’incubo di una turista 20enne a Rimini: sequestrata e stuprata per tutta la notte

Sono trascorsi tre mesi prima che gli agenti della Squadra mobile di Rimini risalissero all’aggressore, un uomo di 35 anni originario di Napoli ma residente da anni a Mondavio, nelle Marche. L’orrenda vicenda risale, infatti, al ponte del Primo maggio. Attualmente il presunto stupratore, un operaio, si trova agli arresti domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

turista 20enne violentata e sequestrata per tutta la notte mentre era in vacanza a Rimini @Facebook – free.it

La dinamica dei fatti accaduti racconta che la giovane 20enne aveva deciso di passare il giorno della Festa dei lavoratori da alcuni amici a Rimini. Dopo i festeggiamenti di rito, rientrata nell’hotel dove alloggiava, ha preso i bagagli e si è diretta alla fermata dell’autobus per andare in stazione dove un treno l’avrebbe riportata a casa in Puglia.

Ma nell’attesa del bus, una Smart con a bordo un uomo apparentemente gentile le si affianca offrendole un passaggio. Lei accetta e sale sulla macchina. Poco dopo l’aggressore che, secondo le indagini, si era presentato con un falso nome, le propone di sniffare cocaina ma non avendo soldi contanti per acquistarla si ferma davanti un bancomat per prelevare del denaro utilizzando la carta di lei. Solo dopo aver assunto la droga che, secondo quanto poi riferito dalla ragazza, il 35enne sarebbe cambiato completamente costringendola ad avere un rapporto orale.

Il racconto della notte da incubo

La Smart inizia a sfrecciare tra le vie della città ma la destinazione non è quella prevista dalla ragazza, ovvero la stazione dei treni. Non sa cosa fare, l’uomo si ferma nuovamente per un altro prelievo sempre utilizzando la carta di credito della 20enne e successivamente per fare benzina. Le lancette dell’orologio passano e dopo la mezzanotte la piccola auto arriva sull’autostrada A14 in direzione sud, diretta a casa dell’aggressore. Lei lo supplica di lasciarla andare, si divincola e quando l’operaio capisce che non riesce ad ottenere ciò che vuole, ferma l’auto e la scarica sul ciglio dell’autostrada.

La povera ragazza stordita e smarrita di notte inizia ad incamminarsi tra le lacrime lungo la corsia d’emergenza dell’A14. Poco dopo viene notata da alcuni automobilisti che immediatamente allertano la polizia stradale. Gli agenti della Stradale la soccorrono e accompagnano la 20enne al pronto soccorso di Fano per i primi accertamenti del caso.

Dopo viene portata nella Questura di Pesaro, dove sporge denuncia per violenza sessuale e sequestro di persona. Iniziano le indagini ma l’uomo sembra essere sparito. La vittima non è in grado di fornire molti dettagli utili all’identificazione. Saranno così le immagini delle telecamere di videosorveglianza della banca in cui il 35enne si era fermato per prelevare, a fornire elementi utili agli investigatori. Dopo mesi di indagini, sabato scorso i poliziotti gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare per l’accusa di stupro aggravato e lesioni personali. L’uomo ai domiciliari respinge ogni accusa sostenendo che la ragazza si sia inventata tutto.

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