Un cadavere decapitato e trovato fra le acque di Santa Margherita Ligure e Portofino: svolta sul delitto del 18enne Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla. Cosa hanno scoperto gli investigatori.
Due giovani cittadini egiziani sono stati fermati con l’accusa di aver ucciso Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla. Il corpo del 18enne è stato ritrovato nelle acque del mare decapitato e con le mani mozzate.
Durante il pomeriggio della scorsa domenica 30 luglio, infatti, i due sono stati interrogati: ha partecipato al colloquio Daniele Pischetola, pm e titolare del fascicolo d’indagine. Le persone fermate sono Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel e Mohamed Ali Abdelghani Ali. L’accusa nei loro confronti è omicidio e soppressione di cadavere.
Il caso
Il ragazzo sarebbe stato ucciso perché si era dimesso dal posto di lavoro (faceva il parrucchiere). La scelta di lavorare per la “concorrenza” avrebbe portato alla decisione di ucciderlo e di sezionarne il cadavere senza vita. Nel frattempo emergono i primi dettagli dell’autopsia.
Fatali ferite in diverse zone del corpo, con tanto di tagli a mani e testa. Il medico legale Davide Bedocchi avrebbe trovato segni a collo e braccia, probabilmente compatibili con l’impatto con una elica.
Fatali sarebbero state le coltellate inferte al giovane: l’arma del delitto potrebbe essere un punteruolo lanciato in mare. Ma la questione più intricata riguarda le mutilazioni probabilmente provocate per non identificarlo o renderne complicato il processo stesso. Un’altra ipotesi è quella di uno scontro del corpo con l’elica di un’imbarcazione, ma al momento non ci sarebbero conferme ufficiali.
L’interrogatorio
I due giovani sono stati ascoltati la scorsa domenica 30 luglio, un lungo e intricato interrogatorio durato sei ore. Al termine dello stato, infatti, i carabinieri li hanno condotti a San Giuliano per gli accertamenti e le foto segnaletiche del caso. Inevitabile in questo caso il fermo dei due giovani che, però, non avrebbero ammesso di aver compiuto il fatto. Uno dei due è il titolare dei due negozi da barbiere (uno a Sestri Ponente, l’altro a Chiavari) per il quale lavorava la vittima.
L’ipotesi più accreditata resta sempre quella dell’ambiente di lavoro, una lite verificatasi qualche giorno prima del delitto, probabilmente per il salario, successivamente trasformata in un’aggressione mortale. Esclusa la presunta pista legata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
I filmati sono stati controllati sin dalla scomparsa del giovane, in particolare durante quella notte si mostrerebbe uno degli indagati mentre si avvicina vicino la sponda dell’Entella, lanciando in mare un sacchetto. Non bisogna infatti dimenticare che alcune notti fa i i sommozzatori avrebbero effettuato delle ricerche proprio in quelle zone. Intanto una delle mani della vittima è stata recuperata proprio sulla spiaggia, precisamente alla foce dell’Entella.
L’ipotesi
Gli inquirenti ipotizzano che il cadavere del giovane sia stato trasportato in taxi da Genova a Chiavari. Sarebbe stato ucciso a coltellate in casa, poi messo in una valigia e successivamente smembrato in spiaggia.
I resti del giovane sarebbero stati gettati in mare e le correnti li avrebbero spunto a largo di Santa Margherita Ligure (Genova). In ogni caso, comunque, nel corso degli interrogatori i due indagati si sono accusati a vicenda di aver smembrato il cadavere di Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla.
Uno dei fermati è il gestore della barberia che si trova a Sestri Ponente e che aveva un altro salone a Chiavari, proprio lì dove la vittima aveva lavorato di recente. La morte di Mahmoud sarebbe stata causata come conseguenza di una lite fra il giovane e il titolare una settimana prima: si ipotizzano questioni di natura economica.