Gli stipendi degli italiani non aumentano e allo stesso tempo crescono i tassi di interesse per mutui, prestiti e altre forme di credito. Cosa emerge dalle stime della Fabi e quali sono le cifre per il reddito delle famiglie.
Gli stipendi dei cittadini che abitano in Italia è fortemente penalizzato dalle quote delle rate che hanno subito un aumento dal 9,50% (dato 2019) al 10,55% registrato lo scorso mese di marzo.
Gli esperti parlano in ogni caso di una possibile soluzione che va di pari passo con gli aumenti riguardanti il costo del denaro, da qui gli inevitabili surplus della percentuale. A stimare tutto questo è la Fabi, Federazione autonoma bancari italiani, che ha parlato di “shock finanziario” in riferimento ai tassi.
Cosa dicono i dati
Durante l’ultimo anno, infatti, la Bce ha provato a contrastare il problema dell‘inflazione in aumento. Questo tipo di crescita, riguardante la nuova politica monetaria, non avrebbe proprio per la Banca centrale europea i “risultati sperati, almeno per i tempi“. A ribadirlo è Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, con una proiezione sull’inflazione.
La soglia del 2% potrebbe calare dal 2024, ma la Bce avrebbe questo obiettivo sin dalla nascita dell’Euro (oltre 20 anni). “Il ciclo economico ha subito importanti cambiamenti strutturali negli ultimi anni e, forse, dobbiamo abituarci a livelli diversi per il futuro, magari leggermente più alti. In ogni caso, l’inflazione, oggi, che è principalmente figlia della speculazione internazionale, in particolare sulle materie prime e sull’energia, si combatte, a mio giudizio, anche con altri strumenti“, spiega Fabi.
Un obiettivo fondamentale è quello di aumentare gli stipendi, anche nel settore bancario, specialmente a fronte del costo della vita non più paragonabile agli anni e ai decenni precedenti. “Il secondo strumento da utilizzare per contenere l’inflazione si basa su un maggior controllo dei prezzi da parte delle istituzioni, sia italiane sia europee, accompagnando le verifiche con l’introduzione di sanzioni a carico di chi specula causando danni economici alle famiglie e sta aumentando il disagio sociale“, conclude il segretario generale Fabi.
🔎INTERESSI SUI MUTUI PIÙ ALTI NEL MEZZOGIORNO E NELLE ISOLE
I tassi medi praticati dalle banche sono più cari per le famiglie italiane che vivono in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia, Sardegna e Sicilia https://t.co/V1LgplvSff https://t.co/V1LgplvSff— FABI (@FABI_News) July 29, 2023
I dati non mentono
Osservando l’andamento della spesa, in particolare riferita agli interessi delle famiglie, emergono dei dettagli da tenere bene a mente. Non ci sarebbero soltanto gli aumenti sulle rate: i primi tre mesi del 2023 hanno mostrato un costo del debito giunto al 10,55%, nel 2019 era al 9,50%. In questi anni, infatti, la Fabi ha rilevato un progressivo aumento e le inevitabili conseguenze per gli esborsi da affrontare nella vita di tutti i giorni.
E anche i bancari della Fabi ribadiscono come un punto percentuale degli stipendi delle famiglia sia letteralmente divorato dai tassi d’interesse che riguardano mutui, prestiti e anche credito al consumo. Proprio la Pubblica amministrazione, secondo quanto ribadito dalla Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato, non pagherebbe i fornitori in un caso su tre, da qui parte dei problemi citati. Ecco intanto un approfondimento di Fabi sui tassi medi dei mutui per acquistare una casa.
I tassi medi dei mutui per comprare casa sono più cari al Sud che al Nord. Nelle regioni settentrionali, quindi, i prestiti sono più vantaggiosi.
A fotografare lo squilibrio è un’analisi della #Fabi, qui👇🏻, sul Messaggero https://t.co/sufNMSJH7S
— FABI (@FABI_News) July 29, 2023