Il Pnrr cambia ed è il momento di comunicare le novità: cosa emerge da Palazzo Chigi e quali sono i dettagli. Per i Comuni 13 miliardi in meno, ma la promessa di trovare altri fondi.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza si evolve e cambia leggermente, specialmente in seguito a quanto deciso dalla cabina di regia che si riunisce a Palazzo Chigi. Sono in tutto 13 i miliardi in meno, da destinare ai Comuni, ma il Governo Meloni ha precisato di trovare altre fondi.
Si tratta di inserirli nei 16 miliardi a cui bisogna aggiungere ai 2,7 disponibili per il RepowerEu. Di questi circa 19 miliardi, però, oltre dieci sarebbero da destinare ai bonus per l’investimento su efficientamento energetica che riguarda famiglie e imprese.
Conti alla mano, infatti, sul fronte dell’energia e della transizione green, i finanziamenti potrebbero crescere e arrivare a circa 19 miliardi di euro (2.7 concessi dall’Ue e 15,9 aggiuntivi). Una parte (4) è da destinare all’Ecobonus per famiglie con reddito basso, nuclei in passato esclusi da interventi di questo genere alle abitazioni private.
Il Governo ha intanto ribadito di voler utilizzare uno strumenti fra quelli maggiormente utilizzato, almeno di recenti, per incentivare ai lavori di efficientamento energetico, nel caso specifico la detrazione fiscale. Dalla maggioranza precisano che “la nuova misura del piano andrà in supporto delle famiglie a basso reddito, in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni […] A differenza del passato, con vincoli che le renderanno disponibili solo alle fasce a basso reddito“, si legge sul Corriere della Sera.
Con queste novità, di conseguenza, i Comuni perderebbero 13 miliardi di euro dei 15,9 complessivi, spostando le risorse su altre fonti di finanziamento. Nel caso specifico, infatti, le misure riguardano interventi di efficienza energetica (6 miliardi), rigenerazione urbana (3,3), piani urbani integrati (2,5) e le misure per gestione rischio alluvione e riduzione rischio idrogeologico (1,3).
Non ci sono gli investimenti per le strade, poiché non inseriti nel Piano. A ribadirlo è Raffaele Fitto, ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR. Sul fronte dei nuovi asili, invece, previsti 900 milioni di euro in più, così da raggiungere 264mila posti (limite massimo 2026).
Nell’ottica dei trasporti, invece, non realizzabile entro il 2026 la tratta Roma-Pescara, due lotti Palermo Catania e alcuni investimenti dello European rail traffic management system. Questo tipo di risorse, quindi, verranno utilizzate su tratte Napoli-Bari e Palermo-Catania, così come comunicato dal ministero delle Infrastrutture.
Anche per le imprese è previsto lo stanziamento di 6,3 miliardi di euro: un pacchetto di misure per favorire le attività produttive. Per Econobus e sostegno per le imprese si necessiterà del credito di imposta. I beneficiari saranno coloro i quali effettueranno i cosiddetti “interventi innovativi, volti all’efficienza energetica e all’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili“, si legge.
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