Novità importanti sul Reddito di cittadinanza e il relativo pagamento del sussidio. Quali sono i dettagli sull’integrazione e cosa è previsto con l’annuncio del Governo guidato dalla premier Giorgia Meloni.
Reddito di cittadinanza in pagamento dal prossimo giovedì 27 luglio per coloro i quali usufruiscono del sussidio. Prevista entro il prossimo fine mese l’integrazione dell’assegno unico, ma ciò vale soltanto per alcune persone. Intanto per il sussidio è tempo di cambiamenti e tutto questo varrà per molti beneficiari.
Per alcuni, invece, ci sarò la possibilità concreta di dire addio all’incentivo. L’Assegno di inclusione, novità introdotta dal Governo Meloni, cambia tutto: gli occupabili fino a 60 anni, senza figli piccoli o anziani, non riceveranno il Reddito. Dovranno iscriversi al portale che ha rivisto il sussidio introdotto nel 2019: ci si potrà iscrivere a partire dal prossimo primo settembre.
Le novità
Lo strumento introdotto non si chiamerà più Reddito di cittadinanza: il nome è Assegno di inclusione e si rivolgerà alle persone fra 18 e 59 anni che siano ancora occupabili. Il sussidio varrà al momento per chi è seguito da servizi sociali, per chi non può trovare lavoro (anziani, minorenni e disabili).
Fino al 31 dicembre 2023, però, il Reddito di cittadinanza resterà in vigore per le famiglie con minorenni a carico, persone con disabilità o con persone che hanno un’età di 60 anni. A partire dal primo gennaio 2024, invece, si darà spazio all’Assegno di inclusione e proprio in questo caso emergono delle importanti novità
. Sta di fatto che a luglio 2023 si riceverà l’accredito in due tranche: la prima dal 15 luglio per chi risulta beneficiario (per la prima volta), dal prossimo 27 luglio l’accredito arriverà per chi ha ricevuto almeno una mensilità. La stessa cosa varrà anche per ha ricevuto il rinnovo della richiesta dopo i 18 mesi.
La composizione del nucleo familiare e il reddito verranno ricalcolati con un importo base per un massimo di 780 euro mensili, così come già ribadito dall’Istituto nazionale per la previdenziale sociale. La scala di equivalenza si rifà ad ogni nucleo ed equivale “a 1 per il primo componente del nucleo familiare ed è aumentata di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1, elevato a 2,2 in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza“, si legge.
Chi non ne ha più diritto
Non avranno più diritto al Reddito di cittadinanza quei nuclei familiari “con disabili, minorenni o persone con almeno sessant’anni di età“, si legge su una nota dell’Inps. Dal primo gennaio al 31 dicembre 2023 “la misura del Reddito di cittadinanza è riconosciuta ai beneficiari nel limite massimo di sette mensilità (in precedenza erano 18 mesi, rinnovabili dopo un mese di sospensione). Sono escluse le persone in condizione di disabilità media, grave e di non autosufficienza“, ribadisce la nota dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale.
L’Inps specifica inoltre che ci sono delle eccezioni per l’arrivo del sussidio. “L’erogazione della prestazione non potrà proseguire oltre il 31 dicembre 2023. A decorrere dal 1° gennaio 2024, infatti, l’abrogazione degli articoli da 1 a 13 del decreto-legge n. 4/2019, prevista dall’articolo 1, comma 318, della legge di Bilancio 2023, comporterà l’eliminazione della prestazione“, conclude la nota dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale.
Emergono a tal riguardo anche delle novità che nella fattispecie sono un conseguente passaggio di consegne fra il Reddito e l’Assegno di inclusione, non senza le eccezioni del caso già citate dall’Inps in una nota.