Miss Italia chiude le porte ai trans. La famiglia Mirigliani non transige: il regolamento non si cambia. Scoppia la protesta in Rete.
Miss Italia, per qualcuno, finisce prima ancora di cominciare. La famiglia Mirigliani che, come ogni anno si prepara a vivere la manifestazione più attesa, è impegnata con le selezioni e chi gli ha fatto notare che in molti paesi anche i transessuali partecipano ai concorsi di bellezza femminile è rimasto spiazzato dalla risposta: “Il regolamento resta lo stesso, non si cambia”.
Il veto della famiglia è perentorio: niente transizioni a Miss Italia, va precisato – per completezza d’informazione – che si tratterebbe di persone che hanno portato a termine il passaggio M to F. Ovvero coloro che hanno terminato la transizione da maschi a femmine. Un percorso difficile e molto costoso.
Miss Italia esclude i trans: la protesta in Rete
Senza contare l’impegno mentale. Infatti prima di ultimare questi processi ogni persona viene sottoposta a sedute psicologiche molto intense, per capire se davvero c’è volontà di intraprendere questo percorso di metamorfosi. In ogni caso, Mirigliani – la famiglia organizzatrice – dice no: “Miss Italia resta com’è”.
Allora l’unica soluzione per i grandi esclusi è prenderla con ironia e un pizzico di irriverenza. Moltissimi in procinto di transizione, infatti, stanno mandando la propria candidatura a Miss Italia per poi condividere la risposta sui social: il paradosso qual è? Le persone che hanno quasi terminato la transizione hanno già i documenti “da femmina”, con il nome e le specifiche cambiate.
L’idea della comunità LGBTQ+
Quindi il computer di selezione del concorso approva di default le candidature: chiedere a Guglielmo, Giona, Tommaso, Arono e Noah che si sono visti recapitare la mail con scritto “Ti confermiamo che la tua richiesta di partecipazione al Concorso di Miss Italia è stata registrata. Verrai contattata dal referente regionale della tua regione”.
In questo modo, tra il serio e il faceto, rivendicano le proprie posizioni e sposano le cause della comunità LGBTQ+. Anche se questa diatriba dovesse chiudersi con un nulla di fatto, in molti avrebbero trovato ugualmente il modo di farsi sentire. Lo scettro è loro, prima ancora che il concorso cominci. Questo dibattito continuerà in altre forme: dove non arriva la passerella, possono arrivare i social.