Dopo la grazia ricevuta da Al Sisi, Patrick Zaki è finalmente libero. L’Italia attende il suo arrivo ma la decisione di partire sembra slittare ogni giorno. Intanto le polemiche sul rifiuto del volo di Stato continuano: “Torni come vuole”
Da quando il ricercatore universitario Patrick Zaki è stato rilasciato giovedì scorso dopo la grazia ricevuta dal presidente egiziano Al Sisi, tutti parlano del suo ritorno in Italia. In modo particolare la città di Bologna dove il giovane Patrick si è laureato con lode e ha vissuto fino a pochi giorni prima della sua condanna in Egitto, è febbrile per il suo ritorno.
Ritorno, però, che tende a slittare di giorno in giorno. Prima di questo, la decisione di Zaki di scegliere un volo di linea e rifiutare, così, quello offerto dallo Stato. Scelta che ha alzato diverse polemiche in campo politico che al momento non cessano di esistere. Ma quando arriverà l’attivista in Italia?
Sono ormai due giorni che si discute della sua decisione di partire con un volo di linea e non con un aereo messo a disposizione dal Governo italiano. La scelta, molti pensano, sia un modo per evitare la passerella e le foto di rito con gli esponenti politici del governo Meloni.
Il “no” di Zaki al volo di Stato, secondo alcune fonti, avrebbe infastidito il governo. In modo particolare il senatore Maurizio Gasparri che ha polemizzato sulla decisione presa dall’attivista. Il senatore di FI aveva dichiarato, come riporta fanpage: “Zaki troverà il tempo di ringraziare il governo italiano o al quale deve questo risultato”. Ma il ragazzo, in verità, aveva già ringraziato l’esecutivo per il contributo decisivo alla sua liberazione con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook.
Ieri pomeriggio ha espresso il suo parere sulla questione anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha ribadito: “È una sua scelta. Ho parlato con l’ambasciata. Ritornerà con il volo di linea. A noi interessava liberarlo, poi dopo sono sue scelte. Come vuole tornare, torna in Italia. Poi, come riporta fanpage continua dicendo: “Un cittadino egiziano può partire dal suo Paese come vuole, con lo strumento che vuole. Gli era stata offerta la possibilità ma non è un obbligo. Se lui non vuole, è una sua scelta, senza problemi”.
L’ultimo a intervenire sull’argomento del rifiuto del volo di Stato è stato il ministro della Difesa, Guido Crosetto: che interpreta la decisione di Zaki come “una scelta personale” che, inoltre, ci ha fatto anche risparmiare dei soldi. Di conseguenza, va bene così’”.
Dopo le polemiche sorte nelle ultime 24 ore, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, difende Patrick per la scelta effettuata: “Decidere di viaggiare su un volo di linea non è un gesto di opposizione politica, ma un gesto di indipendenza. Patrick ha comunque ripetutamente ringraziato governo e ambasciata”.
Nel frattempo, la partenza per l’Italia di Patrick Zaki continua a slittare. Inizialmente era atteso venerdì, poi nella mattinata di oggi, sabato 22 luglio, ma nel pomeriggio di ieri ha annunciato lui stesso “una variazione nei piani”. Dunque raggiungerà Bologna non prima di domani.
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha dichiarato: “Siamo molto felici per la liberazione di Zaki. Da più di due anni Bologna è accanto a Patrick anche quando era ancora uno sconosciuto per l’opinione pubblica. In tanti ci siamo mobilitati ed è stata una battaglia che abbiamo condotto per i diritti umani e la libertà di parola. Gli vogliamo consegnare la cittadinanza onoraria”. Ora bisogna solo attendere il suo arrivo.
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